Abitare la storia: incontro con lo scrittore Luca Desiato

Scrive lo scrittore Luca Desiato nel suo ultimo romanzo Giuliano l'apostata: «Noi uomini, sebbene di natura celeste, siamo stati precipitati sulla terra, esilio che finirà con la fine della vita. Alcuni sanno, e la loro anima affida tutto quello che le appartiene alle potenze superiori. Ad altri non è concesso. E forse è destino. La notte guadagna quello che perde il giorno». Egli conferma così il suo interesse per la presenza dell'uomo nella storia, una presenza avvertita come esilio o fuga, perché un'altra più insaziabile fame lo sospinge verso quegli spazi assoluti fuori del tempo, dove le utopie si incontrano e la bellezza risplende. Sarà proprio questo camminare verso l'assoluto che dà senso al tentativo di abitare la storia, nonostante l'alternarsi di ombra e di luce: «Non avanza forse il mondo verso la salvazione ultima con tutte le contraddizioni?». Raccontare il passato diventa allora per Luca Desiato l'unica possibilità per guardare il presente nel suo divenire: un apparente salto all'indietro per un reale tuffo in avanti: «Forse modernità significa essere antichi, ripetere un misterioso assenso, come le foglie degli alberi che ogni anno spuntano dai rami». Anche la ricerca dellìnguaggio dei suoi romanzi entra nella dialettica passato-presente, in un impasto sempre nuovo che vive e si nutre di espressioni che nascono dal flusso di quella fantasia in cui s'innesta il sogno di ogni uomo, l'avventura ultima e definitiva

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