A Pesaro l’Assedio di Rossini

Le Siège de Corinthe (L’Assedio  di Corinto), al Rossini Opera Festival in edizione integrale vede una mezz’ora di musica mai udita, fantasia e colori

Le Siège de Corinthe (L’Assedio  di Corinto), al Rossini Opera Festival in edizione integrale vede una mezz’ora di musica mai udita, fantasia e colori. L’opera  in tre atti (Parigi, 1826) non rifà il Maometto II dato a Napoli nel 1820: l’eroica difesa veneta contro il sultano, con la fine tragica per Anna (a Parigi, Pamyra), la figlia del duce veneziano, innamorata di Maometto. Rossini produce brani nuovi, cambia stile: inventa un grand-opèra dai recitativi espansi, vasti pezzi d’assieme, danze e preghiere. Una varietà impressionante di timbri orchestrali, di voci “lunari”, sull’attualità della lotta greca contro i turchi. L’allestimento di Carlus Pedrissa (Fura dels Baus) inscena la guerra dei popoli per l’acqua tra muri di taniche, e non turba troppo l’ottima resa dell’0rchestra Rai diretta acutamente da Roberto Abbado. Cast all’altezza, specie il luminoso Néoclès di Sergey Romanovsky, il Maometto di Luca Pisaroni, il Cléomènedi John Irvin. Nino Machaidze è stata una Pamyra preziosa. Edizione memorabile per bellezza musicale.

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