Nuovi cantautori crescono

Nel panorama della canzone d’autore italiana è in corso un cambio generazionale assai significativo

Nel panorama della canzone d’autore italiana è in corso un cambio generazionale assai significativo, un’evoluzione di modi espressivi e di peculiarità stilistiche che, partendo dalle lezioni dei primigeni (i vari De Andrè, Guccini, Paoli, Gaber), proseguì con la grande ondata dei ’70, quella dei Dalla, De Gregori, Venditti, Vecchioni, dei Conte e dei Fossati, cui seguirono via via sempre nuovi cantori, da Jovanotti a Capossela, fino alla triade FabiSilvestri-Gazzè. Nel frattempo erano arrivate finalmente le donne, poi la sfornata tutt’ora in corso dei nuovi rapper. Oggi si profila un rinnovamento che se da un lato trova le proprie radici nel grande albero dei maestri succitati, dall’altro ne aggiunge di nuove, mettendo insieme modernità e tradizione. È quel che ci dice il gran botto di Gabbani a Sanremo, ma anche la recentissima pubblicazione di un album pieno di spunti interessanti. A firmarlo, la migliore delle nuove proposte sanremesi, il napoletano di Scampia Antonio Priestieri – in arte Maldestro – che dopo il secondo posto e il “Premio della Critica” della sua Canzone per Federica, ha appena pubblicato il notevole I Muri di Berlino che scandaglia con personalità e profondità i grandi temi del vivere contemporaneo, coi suoi chiaroscuri, e l’ondivaga liquidità dell’oggi. È in fondo la stessa ricetta sottintesa dal ferrarese Vasco Brondi, noto come “Le Luci della Centrale Elettrica”, e di Dario Brunori dei quali ci siamo già occupati su queste stesse pagine. Storie, stili e background diversissimi, e tuttavia accumunabili dal medesimo sforzo di dar voce alla loro generazione, quella dei Millenials, compressi tra le macerie di un mondo che sembra sempre sull’orlo di collassare, e le cocciute speranze di chi non vuole arrendersi e s’ostina a sperare. Maldestro e i succitati talenti sono ovviamente solo la punta di un iceberg ben più consistente e sempre meno sommerso. È la nuova Italia quella che queste canzoni fotografano: un Belpaese che – nel bene come nel male – sa di non essere più quello di un tempo, e che sta cercando una strada per tornare a far risplendere i propri valori: quelli sempiterni, e quelli nuovi.

Franz Coriasco

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