La forza del gruppo

Intervista con Andrea Lucchetta, mentre sono in corso i Mondiali maschili di pallavolo.
Andrea Lucchetta

Sei ragazze, giovani e determinate. Jo possiede la forza, Patty lo spirito di sacrificio, Beth il coraggio, Susan l’equilibrio, Ann Mary la tenacia, Victoria la lealtà. Qualità fondamentali per emergere nello sport. Così come nella vita, d’altronde. Sono le componenti dello “Spike Team”, una “speciale” squadra di pallavolo protagonista di un cartone animato che vedremo presto sui teleschermi Rai.

Con loro, un istrionico allenatore con la voce e le sembianze inconfondibili di Andrea Lucchetta, capitano di una delle Nazionali azzurre più forti di sempre, e ideatore di questo innovativo progetto televisivo. «In questo cartone ci sono 25 anni di esperienze vissute nel mondo dello sport – ci racconta Lucchetta –, tutti i valori di un mondo straordinario, dove non ci sono barriere. Un mondo che unisce persone di razze, religioni e culture diverse».  

 

Ottocento partite in serie A, trecento in Nazionale, Andrea, in 20 anni di carriera agonistica, ha vissuto momenti indimenticabili, come quando nel 1990 si è laureato campione del mondo. Ma forse i momenti più belli sono stati quelli che ha passato a contatto con i bambini: «Quando entravo in un palazzetto in me c’era sempre una tensione rivolta a due ipotetici occhi che mi stavano guardando per cercare di cogliere qualsiasi mio gesto tecnico o comportamentale. Un monito a dare sempre il meglio», spiega il nostro campione.

Già da quando aveva vent’anni, “scappando” tra un allenamento e l’altro, Andrea dava una mano insieme alla moglie in una polisportiva dove i bambini di strada si radunavano per fare pallavolo. Poi, una volta appese definitivamente le scarpette al chiodo, ne ha incontrati quasi 40 mila ogni anno. Nelle piazze, negli oratori, facendo l’animatore di strada o di semplici feste di compleanno. Dedicandosi anima e corpo «per arrivare a comunicare ai più giovani quelli che sono i veri valori che la pallavolo riesce a mettere sul campo». 

Valori come la gioia, la condivisione o l’importanza del gruppo. Gruppo che cresce e si rafforza proprio dove sembra apparentemente più complicato: nelle difficoltà, nelle sconfitte. «Con la Nazionale, negli anni Ottanta, ovunque andavamo subivamo delle belle lezioni: perdevamo 3-0 con la Russia, con la Bulgaria, con la Cecoslovacchia, con gli Stati Uniti… Le prendevamo un po’ da tutti, ma capivamo che era proprio lì il nostro banco di prova: imparare dalle sconfitte per crescere e diventare un grande gruppo». E così è stato, visto che Andrea insieme ai suoi compagni ha poi dato vita ad una squadra fantastica, quella dei vari Gardini, Zorzi, Cantagalli, Bernardi e Giani, che tanto lustro hanno dato alla pallavolo azzurra.

 

In questi giorni il nostro Paese sta ospitando i Campionati del mondo maschili, e Andrea ha un sogno: «Spero che con questo Mondiale, insieme anche al messaggio lanciato dal cartone, ci sia una vera e propria esplosione, nuova linfa per il nostro movimento pallavolistico. Sono state fatte ottime scelte, come quella di giocare in dieci città diverse così da permettere a tanti appassionati di partecipare dal vivo all’evento. E poi c’è lo spettacolo, assicurato dall’elevato livello della competizione. Ci sono cubani e brasiliani, c’è la Russia allenata dal nostro Daniele Bagnoli, ci sono gli Stati Uniti attesi alla riprova del campo dopo l’oro conquistato alle ultime Olimpiadi. E c’è anche l’Italia…».

Nonostante i deludenti risultati degli ultimi anni, c’è infatti fiducia sulle possibilità della formazione azzurra: «Confido che alla fine potremo arrivare tra le prime quattro. Il nostro Ct, Andrea Anastasi, è stato molto bravo, perché ha puntato sull’importanza del gruppo rispetto al singolo. La forza della nostra squadra non è infatti quella di avere qualche singolo campione in grado di farla vincere, ma piuttosto quella di poter far giocare tutti, perché ognuno deve sentirsi importante».

Già, la forza del gruppo. La vera base dei successi di una squadra, che si tratti di quella di un cartone animato o di quella che partecipa ad un reale Campionato del mondo, è sempre la stessa. Parola di Andrea Lucchetta.

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