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World Youth Orchestra

di Mario Dal Bello

- Fonte: Città Nuova

Si esibisce all'Accademia di Santa Cecilia a Roma un'orchestra di giovani musicisti di grande talento. Il ricavato del concerto verrà devoluto ad una campagna per la sicurezza alimentare

World Youth Orchestra

Nata 11 anni fa, quest’orchestra giovanile internazionale è già ricca di successi. E di valore. 70 musicisti pieni di fuoco, scattanti nell’eseguire la sinfonia dalla “Norma” di Bellini, in cui il fondatore e direttore Damiano Giuranna faceva emergere la pastosità melodiosa di legni e ottoni come poche volte. Ma è poi toccato a un’altra giovane, la germano-russa Alissa Margulis, conquistare il pubblico nella “Symphonie espagnole” per violino e orchestra di E’duard Lalo. Brano di virtuosismo eccezionale, di arabeschi gitani e sensualità mediterranee uniche.
 
Ci vuole forza e amore nel maneggiare con l’archetto e le dita un violino irto di scale, di doppie corde, di arpeggi e languori a metà strada tra il voluttuoso e il focoso. La giovane artista, in rosso fuoco, c’è riuscita benissimo e ha fatto gustare la musica di un autore purtroppo poco eseguito da noi. Quando poi è toccato al Ciaikowski della “Quarta sinfonia” si è trattato dell’incontro con un altro mondo, fatto di ipersensibilità, voglia di gioire e di stupire.
 
Stupisce la qualità di un’orchestra che ha girato mezzo mondo, ospite di grandi festival e interessata a sostenere progetti di fratellanza a livello mondiale e di sostegno a cause nobili, come quella per “la sicurezza alimentare” cui era destinato il concerto del 10 settembre a Roma, all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La musica come voce di chi non ha voce. È una gran cosa. Specie se la fanno i giovani.
 
 

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