Torna il commissario Montalbano

Lunedì 27 febbraio su Raiuno andrà in onda Il covo di vipere, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. Il lunedì successivo sarà la volta di Come voleva la prassi. Raggiungono così quota 30 i tv movie della produzione televisiva italiana più apprezzata e seguita in Italia e nel mondo. Nostra intervista a Luca Zingaretti  

Con i prossimi due nuovi episodi tocchiamo quota 30. In principio fu Il ladro di merendine andato in onda nel 1999. Da allora un cammino che non ha conosciuto soste e flessione per il tv movie italiano più apprezzato in Italia e nel mondo. Il successo delle storie del commissario di Vigata, oltre alle prime visioni sempre vincitrici della serata con punte di ascolto ben oltre i 10 milioni di spettatori ed il 40% di share, si è consolidato negli anni anche grazie alle repliche che hanno allietato le serate degli italiani con oltre 140 emissioni in prima serata, continuando ad ottenere ascolti record anche al sesto o settimo passaggio televisivo. All’estero e negli anni è stata trasmessa in oltre 60 paesi tra Europa e resto del mondo ottenendo un ottimo successo di pubblico anche in Paesi molto diversi per audience come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti. Ma Montalbano è andato in onda in tutti i continenti dall’Asia al Sudamerica passando anche per l’Iran.

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Lunedì 27 febbraio su Raiuno andrà in onda Il covo di vipere, tratto dall’omonimo romanzo di Andrea Camilleri. Narra la storia di un imprenditore sessantenne, Cosimo Barletta, che viene trovato morto nella sua casa al mare. Non ci sono segni di effrazione, quindi a ucciderlo è stato qualcuno che lo conosceva. Il caso assume presto tinte assai fosche, perché Montalbano scopre, anche grazie alla testimonianza dei figli dell’assassinato, che Barletta era tutt’altro che una persona specchiata: uomo freddo, crudele, privo di scrupoli e sentimenti, Cosimo, oltre che spregiudicato imprenditore, era anche un ignobile strozzino e aveva rovinato un sacco di gente a Vigata. Un caso complicato, che si complicherà ancora di più quando il nostro Montalbano scoprirà che a Barletta non hanno semplicemente sparato, ma che poco prima era stato addirittura avvelenato. Come se due assassini, indipendentemente l’uno dall’altro, avessero deciso quella stessa notte di ucciderlo.

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A margine della conferenza stampa di presentazione dei due nuovi episodi, nella sede Rai di Viale Mazzini in Roma, abbiamo incontrato Luca Zingaretti.

A cosa si deve il successo de Il commissario MontalbanoCredo che uno dei motivi per cui il commissario Montalbano sia così apprezzato dagli italiani di tutte le fasce d’età sia dovuto al fatto che sia un personaggio che non ha un cartellino attaccato alla giacca. Non perché vuole tirare sul prezzo, ma perché il prezzo non lo ha. Questa è una qualità che avevano i nonni della mia generazione di cui non possiamo non avere nostalgia. Sono persone che hanno il baricentro dentro di sé. Non c’era prezzo per comperarli. Nel nostro mondo, in cui non viviamo più così, esercita una irresistibile attrazione.

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In Il covo di vipere che approccio ha il commissario con l’umanità dolente? Nella prima puntata ha un rapporto con un senza tetto che poi si rivelerà un medico che ha sbagliato. Ma il commissario in un primo momento non lo sa. Il suo è l’approccio classico del commissario rispetto ai derelitti: non caritatevole ma di grande rispetto perché ognuno ha la sua storia e prima di essere avvocato, medico, impiegato c’è la sua umanità. Il commissario ha sempre agito in questo modo nei confronti delle persone deboli e in difficoltà. Del resto lo diceva anche Gesù: «Ama il prossimo tuo come te stesso».

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Sin dall’inizio ha sempre lavorato fianco a fianco con Cesare Bocci, il suo vice… Mi sono sempre trovato molto male con lui, c’è sempre stato un legittimo odio reciproco. Questo, in qualche modo ci ha legato. Naturalmente scherzo. In questi anni ho avuto modo di conoscerlo ed è una persona di grandissima umanità. L’ho visto crescere, in questi 18 anni che lavoriamo insieme, anche professionalmente. È un attore con le sue finezze e sottigliezze. Ho visto portare in scena la sua umanità sostenuta da un continuo miglioramento. Vuol dire per un attore essere sempre presente a sé stesso, conservare la passione. È straordinario come attore e come persona.

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Il lunedì successivo sarà la volta di Come voleva la prassi. Narra la storia di una ragazza ritrovata uccisa. Montalbano sospetta sia una prostituta proveniente dall’Est Europa. L’indagine lo porta a conoscere un giudice in pensione che sta revisionando tutti i processi che ha celebrato, per essere sicuro di non essere mai stato condizionato nel giudizio dai problemi personali. Un incontro inquietante, che lo lascerà con molti interrogativi.

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(Ha collaborato Carmela Radatti)

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