Torino: Cinque stelle primo partito

Fassino non riesce a vincere al primo turno e ora sarà dura nel ballottaggio. Esulta Chiara Appendino. Deludente il risultato della sinistra con Airaudo. Affluenza sotto la media nazionale
Fassino-Appendino

Come ampiamente ipotizzato dalle previsioni della vigilia, non basta il primo turno per eleggere il nuovo sindaco di Torino. Bisognerà infatti attendere il ballottaggio del 19 giugno per sapere chi tra il sindaco uscente Piero Fassino del Partito Democratico e la giovane sfidante Chiara Appendino del Movimento 5 Stelle avrà per i prossimi 5 anni la guida della città sabauda.

 

I dati (mentre scriviamo mancano all’appello ancora una decina di sezioni da scrutinare) raccontano di una sfida ancora ampiamente aperta tra i due. Ai piedi della Mole, infatti, Fassino ha raccolto al primo turno il 41,86 % di consensi, dato distante dalla netta affermazione al primo turno di cinque anni fa. Chiara Appendino, dal canto suo, si presenterà ai nastri di partenza di questa seconda parte di campagna elettorale forte del 30,86% conquistato in questo primo turno. Decisamente più staccati, come prevedibile, gli altri candidati.

 

Da sottolineare però il risultato deludente della sinistra di Giorgio Airaudo, accreditato da più parti alla vigilia come vero ago della bilancia del probabile ballottaggio, che si ferma al 3,68%, superato dai candidati di destra Morano (Lega-Nord, FdI) con l’8,40%, Osvaldo Napoli (FI) con il 5,32% e Roberto Rosso (UDC-NCD), con il 5,06%.

 

Con questi risultati il Movimento 5 Stelle diventa (29,89%, 104.324 voti) il primo partito della città, superando per solo qualche centinaio di voti il Pd (29,80%, 104.017 voti).

 

L’affluenza alle urne nel capoluogo piemontese, come temuto, si è attestata per tutta la giornata sotto la media nazionale (alle 12 aveva votato il 14,05%, mentre al rilevamento delle 19 era il 41,31% dei votanti ad essersi recato alle urne), raggiungendo alla chiusura dei seggi il 57,19%, dato più basso rispetto alle comunali di cinque anni fa quando si era recato alle urne il 66% e dove però si era votato anche il lunedì mattina.

 

Chiara Appendino non nasconde la sua soddisfazione per il ballottaggio raggiunto:  «Un segno politico importantissimo in una città come Torino e un risultato storico, erano 15 anni che questa città non andava al ballottaggio. È un risultato bellissimo, abbiamo lavorato sul territorio. Abbiamo sempre detto che la nostra forza sono le persone. Adesso ci aspettano quindici giorni intensi e cercheremo tutti insieme di ottenere un altro risultato storico per la città. Mesi fa ci dicevano che non saremmo neppure arrivati al ballottaggio, ma a noi piacciono le sfide più difficili».

 

Forse sperava già di farcela al primo turno Piero Fassino, che si dichiara comunque fiducioso del punto di partenza raggiunto: «Ci rivolgeremo con fiducia ai torinesi, chiedendo il voto come abbiamo fatto qui: per Torino, per non interrompere il percorso di innovazione che ha consentito alla città di resistere alla crisi e di agganciare la ripresa».  Una nota più amara la lascia per commentare i dati di affluenza: «Il voto riflette una situazione di crisi sociale che in questi anni si è sentita in Europa, in Italia, ovviamente nelle grandi città. Una crisi sociale che ha indotto anche una maggior disaffezione al voto».

 

Ora incomincia per i due candidati una fase decisamente incerta perché, con una forbice di preferenze così poco ampia, molte delle chance di ognuno dipenderanno dalle scelte di indirizzo date (o non date) al proprio elettorato dai candidati esclusi dal ballottaggio. Dati alla mano, ago della bilancia saranno inevitabilmente i voti dei candidati della destra che potrebbero finire, se dessimo per buono il sentimento di alcuni elettori della destra riscontrato stamattina sulla pagina Facebook della Appendino, proprio alla sfidante di Fassino. Ma saranno le prossime ore e i prossimi giorni a mostrare più chiaramente le strategie in vista del ballottaggio del 19 giugno.

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