Taglio del nastro

All'inaugurazione della nuova sede del nostro gruppo editoriale la presidente Voce e il Centro del Movimento.
Taglio del nastro

Un sole già estivo, lo scorso 14 maggio, stava lì a segnalare che si trattava proprio del giorno dell’inaugurazione della nuova sede del gruppo editoriale Città Nuova. Per la verità, nell’elegante edificio a due piani di via Pieve Torina – sulla Tiburtina, una della arterie orientali della capitale – già da luglio scorso era convenuto il personale (una cinquantina di dipendenti) per proseguire le attività della direzione generale e di quella editoriale, degli uffici amministrativi e dei settori commerciale e promozionale, nonché del magazzino libri.

E l’inaugurazione? Quanto prima si sarebbe definita la data più opportuna, auspicando la presenza della presidente dei Focolari, Maria Voce, e del copresidente, Giancarlo Faletti. Ma senza dimenticare don Pasquale Foresi, che, con Chiara Lubich, aveva ideato, realizzato e accompagnato la nostra rivista e la casa editrice.

Questi i progetti. Tanto che nessuno aveva ipotizzato un battesimo vero e proprio. Per di più per immersione, com’era consuetudine nelle prime comunità cristiane. L’11 dicembre scorso il fiume Aniene, affluente del Tevere, era straripato e aveva allagato la zona: 40 centimetri d’acqua nel piano terra della sede ancora lucida e ingenti danni.

Ecco perché l’avversa vicenda ha conferito alla soleggiata inaugurazione della sede (risistemata a puntino) un sapore tutt’altro che rituale. Salvata dalle acque, la casa editrice può festeggiare al meglio i suoi primi 50 anni di vita (1959, la nascita) e guardare avanti con il sostegno di tutti, a cominciare dal centro del Movimento, che non ha voluto mancare all’appuntamento. Noleggiato un pullman, sono giunti i consiglieri generali e quelli del precedente consiglio. Tra loro, focolarine e focolarini che hanno vissuto con Chiara gli albori del Movimento.

Maria Voce ha tagliato il nastro tricolore tra la gioia di tutti, gli scatti dei fotografi, le riprese delle telecamere. I contemporanei e i posteri possono stare tranquilli: la documentazione è abbondante. La visita ai vari uffici è stata sigillata al termine da un saluto a tutti gli 87 dipendenti – comprese la squadra della tipografia e la banda della nostra redazione – da parte di Maria Voce, Giancarlo Faletti e don Pasquale Foresi.

In serbo c’era però una sorpresa. In una breve riunione del consiglio direttivo del gruppo, è stato annunciato il passaggio delle responsabilità a Danilo Virdis, che prende il testimone da Giannino Dadda, nel gruppo da 49 anni. Dadda resta comunque nel consiglio per continuare ad offrire un contributo di «insostituibile consulenza, memoria storica e accompagnamento», come la presidente Voce ha sottolineato. Nuova sede e nuovo direttore generale, mentre immutato resta l’impegno a diffondere con la rivista e con l’editrice la vita e le idee che nascono dal carisma dell’unità di Chiara Lubich.

 

 

 

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