Sud Africa: protesta degli agricoltori bianchi

A Pretoria clamorosa manifestazione non dei contadini neri ma di quelli dalla pelle chiara. Le minacce sono gravi, in un Paese che si è ormai abituato alla violenza
AP Photo/Themba Hadebe

Migliaia di agricoltori di pelle bianca hanno marciato sabato nelle strade della capitale Pretoria, a Città del Capo e a Johannesburg, per protestare contro le violenze contro singoli lavoratori e contro la loro intera comunità. Già alla fine di ottobre migliaia di agricoltori bianchi si erano radunati nelle città di tutto il Paese per rendere omaggio alle vittime degli attacchi delle fattorie avvenute in quei giorni.

«Questi attacchi non sono una priorità per il governo», ha detto il loro leader Roets, la cui organizzazione ha chiesto la pubblicazione di statistiche sugli attacchi alle fattorie e la creazione di un’unità di polizia specializzata per proteggerli. «Vogliamo mostrare al capo dello Stato e al governo che la gente è stufa delle violenze subite», ha detto ancora Ernst Roets, membro dell’AfriForum che guida la protesta.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata il 30 ottobre scorso, quando un contadino di 70 anni è stato pugnalato a morte nella sua casa di Vryheid, nella provincia del Kwazulu-Natal, nel Nord-Est del Paese). «Hai più probabilità di essere ucciso se sei un contadino bianco che se sei un agente di polizia», ha detto indignato uno degli organizzatori della marcia, Dirk Hermann. Almeno 72 contadini bianchi sono stati uccisi quest’anno in Sud Africa. Il numero di omicidi è in aumento per il quinto anno consecutivo.

Gli agricoltori accusano il governo sudafricano di non saperli proteggere. Accuse rapidamente smentite da Pretoria, ma con parole che assolutamente non hanno convinto i farmer. Negli ultimi sei anni, attacchi e omicidi di coltivatori e allevatori bianchi sono aumentati costantemente in Sudafrica. Bisogna certamente inquadrare questo problema nella situazione d’insicurezza che sta prendendo possesso ormai dell’intero Paese: ogni giorno 52 persone vengono uccise in Sudafrica.

La violenza ormai è endemica, e ha bisogno di cure energiche per essere estirpata. Soprattutto, dopo la stagione di Mandela, bisognerà evitare che risorgano violenze razziste, che siano opera di bianchi o di neri. E non si potrà dimenticare che la pace razziale si basa su una vera giustizia sociale e un’uguaglianza di accesso alle risorse del Paese.

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