Si tira il fiato, ma cala la fiducia della gente

Una “profonda sfida”. Così ha definito l’inviato pontificio mons. Claudio Maria Celli il dialogo Governo-opposizione in Venezuela. Il Paese è attanagliato da una profonda crisi economica
Venezuela

L’estrema crisi economica che da oltre un anno colpisce il Paese (oggi si parla di crisi umanitaria, per la mancanza di medicine e la scarsità di beni di prima necessità) aveva spinto l’opposizione a richiedere l’indizione di un referendum revocatorio del mandato presidenziale, strumento previsto dalla legge. Ma l’organismo elettorale, controllato dal chavismo, l’ha sospeso il 20 ottobre, provocando l’inasprirsi dello scontento e delle proteste. Lo spazio che coordina l’opposizione, il Mud (sigla in spagnolo di Tavolo di Unità Democratica) aveva allora rivolto al Governo un ultimatum per la ripresa dell’iter del referendum che scadeva proprio il 3 novembre.

A sorpresa, la visita lampo del presidente Maduro al papa – a porte chiuse e senza foto – contemporaneamente all’inizio di colloqui tra il mediatore pontificio mons. Tscherrig con ciascuna delle parti, aveva portato al solenne annuncio pubblico dell’inizio del dialogo, dapprima sconfessato dai leaders antichavisti. (http://www.cittanuova.it/c/457814/Venezuela_comincia_il_dialogo.html)

Era stata la Mud a richiedere la partecipazione vaticana alla mediazione, ma l’annuncio, realizzato praticamente in modo unilaterale e con l’evidente intenzione di guadagnare tempo, aveva portato al suo “no”: per la Mud il dialogo aveva come precondizioni non negoziabili la liberazione dei prigionieri politici, il pieno ristabilimento dei meccanismi repubblicani (l’Esecutivo dichiara illegittimi gli atti del Legislativo, e viceversa, mentre il Potere Giudiziario è incorso in palesi inconstituzionalità) e, soprattutto, il revocatorio.

Ma prendendo atto della dichiarazione pubblica e data la caratura di mons. Celli – uomo vicino a papa Francesco – il Mud, giocoforza, ha momentaneamente abbandonato le sue esigenze, tradendo in parte la fiducia dei suoi sostenitori, che hanno letto il fatto come una capitolazione.

E il presidente Maduro ha ritrovato il buonumore: «Nessuno ci potrà mai amareggiare la vita, perché siamo un popolo allegro», ha dichiarato aprendo “L’ora della Salsa”, debuttando come conduttore radiofonico di un programma dal ritmo latino.

In effetti, l’inizio dei colloqui sono più una sua vittoria che una buona notizia per il popolo, che sta cominciando a perdere le speranze della possibilità di un cambio radicale.

In segno di buona volontà, ha liberato quattro prigionieri politici (sediziosi, per il regime) mentre il Mud ha sospeso il simbolico impeachment al presidente e la temuta “marcia su Miraflores” (il palazzo presidenziale, da giorni attorniato da fedelissimi del regime).

L’aria era tesissima, ma ora si tira il fiato.   

 

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