Rapaci migratori

Tra aprile e maggio il canale di Sicilia è interessato da un “traffico” particolare: il transito di 20 mila uccelli migratori.
Falchi

Tra aprile e maggio il canale di Sicilia è interessato da un “traffico” particolare: il transito di 20 mila uccelli migratori. In questo periodo la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) avvia un progetto che si avvarrà di osservatori stanziati sullo Stretto di Messina, a Pantelleria, Marettimo, Ustica e Panarea, le cui rilevazioni saranno utilizzate per capire con precisione qual è il percorso di migrazione seguito dai rapaci nel Mediterraneo centrale e quali i fattori meteo che possono influire sul fenomeno.

Dal 20 aprile il sito www.lipu.it ospita il diario degli osservatori che operano nel progetto. L’anno scorso sono state avvistate 17 specie di rapaci, la più numerosa delle quali è stata il falco pecchiaiolo, seguita dal falco di palude, dal nibbio bruno, dalle albanelle minore e pallida, dal gheppio e dal grillaio, quest’ultimo una specie globalmente minacciata.

Le informazioni sulla rotta degli uccelli perverranno via sms al coordinatore del campo antibracconaggio posizionato nel versante calabrese dello stretto, dove i rapaci planano una volta superato il tratto di mare che separa la Sicilia dalla Calabria, e saranno utilizzate per prevenire atti di bracconaggio.

Una volta superato lo Stretto di Messina, i rapaci migratori proseguono verso la costa Adriatica ed è qui che da anni si fanno importanti osservazioni, all’interno del Parco del San Bartolo, nell’appennino pesarese.

Il progetto fornisce delle preziose informazioni in relazione al numero assoluto dei rapaci in migrazione, alle variazioni negli anni, al rilevamento di specie rare.

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