Quei vecchi marpioni

Santana, Joe Cocker, Elton John, Bryan Ferry, Robert Plant… I vecchi leoni sono tornati a ruggire sugli asfittici mercati della musica.
Musica leggera

Santana, Joe Cocker, Elton John, Bryan Ferry, Robert Plant… I vecchi leoni sono tornati a ruggire sugli asfittici mercati della musica. Complice la crisi, le depressioni creative delle nuove generazioni e l’ormai assodata classicità acquisita del rock primigenio, le stelle che illuminavano gli orizzonti del rock della prima ora sono di nuovo pronte a contendersi le ribalte, e con dischi spesso assai più grintosi di quelli dei loro nipotini. E non è certo una buona notizia, se non per loro e i loro fan: perché cartina al tornasole della stagnazione in corso.

 

In realtà anche questi album non propongono granché di nuovo. Santana nel suo Guitar Heaven si è per lo più limitato a rileggere con la classe chitarristica di sempre alcune pagine classiche dell’epopea rock: dalla memorabile Whole Lotta Love degli Zeppelin alla beatlesiana While my Guitar Gently Weeps, fino a Little Wing di Hendrix; tra gli illustri ospiti, ugole capaci di grandi suggestioni come Chris Cornell e Pat Mohan, ma anche il vecchio Joe Cocker, a sua volta sui mercati col nuovissimo Hard Knox dove lo stagionato gallese rispolvera, col supporto di un produttore sapiente, le atmosfere ruspanti dei suoi primi album: ma con un piglio modernista capace di rendere queste dieci nuove canzoni appetibili anche ai giovanotti di oggi.

 

Bryan Ferry ha addirittura rimesso insieme i suoi leggendari Roxy Music (Bryan Eno incluso) e, insieme a Nile Rodgers e membri degli Scissor Sisters e dei Radiohead, ha confezionato un disco, Olympia, dall’appeal decisamente trans-generazionale. Mentre in Band of Joy Plant, lo storico vocalist dei Led Zeppelin, ha svelato insospettabili passioni country, l’inedita accoppiata Elton John & Leon Russell (68 anni suonati…) ha addirittura sfornato con The Union un disco di nuove canzoni rivestite di suoni ragtime, blues, boogie, bluegrass e gospel; il tutto con la collaborazione di big del livello di T. Bone Burnette, Bryan Wilson e Neil Young: un piccolo gioiello capace di risplendere al di là del tempo e delle mode.

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