Odissea di un afghano

Paolo Briguglia, con Edoardo Natoli, coregista, e l’attore Roberto Salemi, firma uno spettacolo che scuote.
Odissea di un afghano

C’è, nel variegato teatro di narrazione, il recupero di una memoria contenente storie umane che, da luoghi di derive geografiche, ritornano attuali e mutate nei nomi. Come quello di Enaiatollah Akbari, il protagonista de Nel mare ci sono i coccodrilli, best seller di Fabio Geda tradotto in molti Paesi: la storia vera di un ragazzo afghano abbandonato dalla madre fuori dal suo paese, per salvargli la vita. Gesto d’amore estremo, che contiene tutto il dolore del mondo. Da una cittadina sconosciuta inizierà un’odissea attraverso Iran, Turchia, Grecia, per sfuggire alla morte, alla fame, alla solitudine, fino ad approdare in Italia, un posto da poter chiamare finalmente “casa”.

 

Testo di stringente attualità al quale si è appassionato Paolo Briguglia che, con Edoardo Natoli, coregista, e l’attore Roberto Salemi, firma uno spettacolo che scuote. Riscritta con inventiva drammaturgica, egli fa vivere la storia in un’epicità divenuta quotidianità, racconto che eredita i toni affabulatori della favola popolare. Testo congeniale ad un attore che ha l’urgenza della riflessione e l’approfondimento della realtà, Briguglia con grazia giovane e toccante assume corpo e parole del protagonista, fino al trasporto dell’immedesimazione. Alla resa della messinscena contribuiscono i suggestivi giochi d’ombra, ancor più preziosi perché ricavati da oggetti poveri (di Alessandra Traina) capaci di evocare mondi e luoghi.

 

Al Palermo Teatro Festival. Al teatro Garibaldi di Modica (Rg) il 16 e 17/1

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