L’Estonia assume la presidenza del Consiglio Ue

Nei prossimi sei mesi il Paese baltico presiederà il Consiglio dell’Unione eruopea e si concentrerà su quattro settori: un'economia europea aperta ed innovativa, un'Europa sicura, un'Europa digitale caratterizzata dalla libera circolazione dei dati ed un'Europa inclusiva e sostenibile.
Jüri Ratas - Estonia (foto da sito Consiglio Europeo)

L’Unione europea  ha un sistema di presidenza del Consiglio che ruota ogni sei mesi tra i vari Stati membri. Il Paese che assume l’incarico per il semestre presiede le riunioni del Consiglio e dei tanti gruppi che preparano i suoi lavori. In realtà si tratta piuttosto di un trio, secondo il sistema introdotto dal trattato di Lisbona nel 2009, per cui il Paese che esercita la presidenza di turno lavora strettamente con altri due, in modo da garantire la continuità delle iniziative. Questo trio di Paesi fissa gli obiettivi a lungo termine della presidenza e prepara un programma comune, che stabilisce i temi e le questioni principali che saranno trattati dal Consiglio in un periodo di 18 mesi. Sulla base di tale linea, ciascuno dei tre Paesi prepara un proprio programma semestrale più dettagliato. Inoltre, la presidenza rappresenta il Consiglio nelle relazioni con le altre istituzioni dell’Ue, in particolare con la Commissione e il Parlamento europeo; ruolo particolarmente importante nei cosiddetti “triloghi”, le riunioni informali tra i rappresentanti delle tre istituzioni nelle quali si discutono le leggi europee. Il trio di presidenza attuale è formato dalle presidenze dell’Estonia, della Bulgaria e dell’Austria.

Per la prima volta nella sua storia, il 1° luglio 2017 l’Estonia ha assunto la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue. L’Estonia avrebbe dovuto assumere l’incarico il 1° gennaio 2018, ma ha invece dovuto anticiparsi dato che la Gran Bretagna ha avviato la procedura per uscire dall’Ue. Il 5 luglio Jüri Ratas, primo ministro del piccolo Paese baltico, ha presentato al Parlamento europeo, riunito a Strasburgo, il programma della presidenza estone dell’Ue. Il motto della presidenza estone, tradotto in italiano, suona così: «Unità attraverso l’equilibrio». Riprendendo le parole di Ratas, gli europei vogliono e meritano un’Unione che sia forte, che sappia prendere decisioni e che le porti a compimento. Per questo l’Estonia vorrebbe che «ogni voce sia ascoltata e che si trovi un equilibrio tra le diverse tradizioni, interessi ed opinioni in Europa».

Jüri Ratas - Estonia (foto da sito Consiglio Europeo)
Jüri Ratas – Estonia (foto da sito Consiglio Europeo)

L’Estonia è un Paese che ha realizzato una vera e propria rivoluzione digitale nella pubblica amministrazione e nell’erogazione dei servizi pubblici, grazie alla quale l’uso della carta è quasi inesistente; mentre e la libera circolazione dei dati (informatici) ha contribuito a sviluppare la democrazia, la cultura e l’economia. Inoltrel’Estonia si caratterizza per l’e-governemnt, grazie al quale è possibile votare online; e l’e-residency, per cui chiunque nel mondo può diventare un residente digitale in Estonia ed accedere ai suoi servizi di e-governement (finora circa 22.000 persone sono diventate e-residenti, tra cui molti britannici preoccupati delle conseguenze della Brexit). Sicuramente queste esperienze influenzeranno i lavori del semestre estone, che si concentrerà su quattro settori: un’economia europea aperta e innovativa, un’Europa sicura, un’Europa digitale caratterizzata dalla libera circolazione dei dati ed un’Europa inclusiva e sostenibile. Nello specifico, l’Estonia vorrebbe adoperarsi per creare un’economia europea sociale di mercato aperta ed innovativa, che sia inclusiva ed equilibrata, favorire l’efficienza energetica e sostenere la trasformazione tecnologica. Secondo Ratas, «la rivoluzione digitale è al cuore di ogni sfida ed opportunità che l’Europa ha oggi di fronte».

Del resto, l’Estonia si troverà anche una serie di problemi da affrontare. Innazitutto il conflitto tra gli Stati membri dell’Europa occidentale ed orientale nella riallocazione dei rifugiati, che in particolare Polonia ed Ungheria rifiutano di accettare. Quindi la riforma del sistema di asilo, di fronte alle difficoltà sopratttto dell’Italia di gestire da sola il flusso di immigrati e rifugiati. Ancora, il difficile rapporto con la Russia. Questa prevede, a settembre, delle esercitazioni militari lungo il confine con i Paesi baltici. Inoltre l’Estonia deve sovrintendere alla definizione del mandato che verrà dato alla Commissione europea per negoziare con la Russia la realizzazione del gasdotto Nordstream 2, che arriverà in Germania passando dal Mar Baltico. Se la Germania vede il progetto come una questione commerciale, altri Stati membri, come la Polonia, temono delle implicazioni geopolitiche; gli Stati Uniti sono nettamente contrari; e le istituzioni europee non sono concordi sull’opportunità del progetto. Infine, se è vero che l’innovazione tecnologica offre innumerevoli opportunità, questa presenta anche rischi di cybercrime (crimini informatici) e cyberwarfare (guerra informatica) che l’Europa ha appena iniziato ad affrontare.

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