“Oggi la violenza bellica sembra abbattersi sui territori dell’Oriente cristiano con una veemenza diabolica mai vista prima… Il cuore sanguina pensando all’Ucraina, alla situazione tragica e disumana di Gaza, e al Medio Oriente, devastato dal dilagare della guerra. Siamo chiamati noi tutti, umanità, a valutare le cause di questi conflitti, a verificare quelle vere e a cercare di superarle, e a rigettare quelle spurie, frutto di simulazioni emotive e di retorica, smascherandole con decisione. La gente non può morire a causa di fake news”. Sono parole durissime quelle pronunciate oggi da Leone XIV in occasione dell’assemblea plenaria della Riunione delle opere per l’aiuto alle Chiese orientali (ROACO). L’Oriente cristiano a cui fa riferimento il papa comprende l’insieme delle Chiese cristiane dell’Europa orientale, del Medio Oriente, comprese quelle presenti in Anatolia, nei Balcani, in Egitto, Persia (Iran) e nell’India meridionale.

Papa Leone XIV durante l’udienza alla Roaco (Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali), Città del Vaticano 26 giugno 2025. ANSA/VATICAN MEDIA
Dopo aver invocato una pace disarmata e disarmante sin dal primo discorso dopo la salita al soglio di Pietro, il pontefice ha visto i suoi appelli per la fine dei conflitti inascoltati, mentre il fuoco delle armi continuava a risuonare anche con nuove violenze, come la cosiddetta guerra dei 12 giorni, iniziata con l’attacco di Israele all’Iran. Il pretesto: quello degli ultimi decenni, l’accusa al governo iraniano di avere la bomba atomica.
Un’insinuazione smentita dall’AIEA, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica dell’Onu. Il presidente Rafael Grossi ha infatti affermato che per lo sviluppo del nucleare iraniano servirebbero ancora anni. Allo scambio incrociato di missili tra Israele e Iran, dopo la guerra preventiva dichiarata dal premier Benjamin Netanyahu allo Stato persiano, si era aggiunto il bombardamento degli Stati Uniti ai siti nucleari iraniani.
L’Iran aveva risposto con un attacco – annunciato ai nemici telefonicamente – di un bombardamento alla base americana in Qatar. Poi, improvvisamente, il presidente statunitense Trump aveva dichiarato la tregua, ma le tensioni restano, come anche le centinaia di morti, le distruzioni, le preoccupazioni della gente. Nei giorni del conflitto israeloiraniano non si sono inoltre mai interrotte le uccisioni a Gaza ad opera dei soldati israeliani. Domenica scorsa, poi, c’è stato un attentato nella chiesa greco-ortodossa di Sant’Elia, nel quartiere Duweila di Damasco, in Siria, dove si stava celebrando la messa. L’attacco ha provocato una trentina di morti e circa 60 feriti.

Il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, e quello di Israele, Benjamin Netanyahu. Ansa, EPA/SHAWN THEW
In questo contesto le parole del papa risuonano forti e chiare. “È veramente triste – afferma Leone XIV – assistere oggi in tanti contesti all’imporsi della legge del più forte, in base alla quale si legittimano i propri interessi. È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza. Questo è indegno dell’uomo, è vergognoso per l’umanità e per i responsabili delle nazioni”.
“Come si può credere – chiede il papa – dopo secoli di storia, che le azioni belliche portino la pace e non si ritorcano contro chi le ha condotte? Come si può pensare di porre le basi del domani senza coesione, senza una visione d’insieme animata dal bene comune? Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo, nella vana illusione che la supremazia risolva i problemi anziché alimentare odio e vendetta? La gente è sempre meno ignara della quantità di soldi che vanno nelle tasche dei mercanti di morte e con la quale si potrebbero costruire ospedali e scuole; e invece si distruggono quelli già costruiti!”.
Il papa si chiede: “da cristiani, oltre a sdegnarci, ad alzare la voce e a rimboccarci le maniche per essere costruttori di pace e favorire il dialogo, che cosa possiamo fare? Credo che anzitutto occorra veramente pregare. Sta a noi fare di ogni tragica notizia e immagine che ci colpisce un grido di intercessione a Dio. E poi aiutare, come fate voi e come molti fanno, e possono fare, attraverso di voi. Ma c’è di più, e lo dico pensando specialmente all’Oriente cristiano: c’è la testimonianza. È la chiamata a rimanere fedeli a Gesù, senza impigliarsi nei tentacoli del potere. È imitare Cristo, che ha vinto il male amando dalla croce, mostrando un modo di regnare diverso da quello di Erode e Pilato”.

Vigili del fuoco al lavoro all’esterno di un edificio colpito da attacchi aerei israeliani a nord di Teheran, Iran, 13 giugno 2025. Si sentono in tutto il Paese. Gli attacchi fanno parte dell’Operazione Rising Lion, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, aggiungendo che l’Iran rappresenta una minaccia per “la sopravvivenza stessa di Israele”. EPA/ABEDIN TAHERKENAREH
Il primo, “per paura di essere spodestato, aveva ammazzato i bambini, che oggi non cessano di essere dilaniati con le bombe”. Pilato, invece, “si è lavato le mani, come rischiamo di fare quotidianamente fino alle soglie dell’irreparabile. Guardiamo Gesù, che ci chiama a risanare le ferite della storia con la sola mitezza della sua croce gloriosa, da cui si sprigionano la forza del perdono, la speranza di ricominciare, il dovere di rimanere onesti e trasparenti nel mare della corruzione. Seguiamo Cristo, che ha liberato i cuori dall’odio, e diamo l’esempio perché si esca dalle logiche della divisione e della ritorsione”. Il papa ha mandato il suo abbraccio a “tutti i cristiani orientali che rispondono al male con il bene: grazie, fratelli e sorelle, per la testimonianza che date soprattutto quando restate nelle vostre terre come discepoli e come testimoni di Cristo”.
Non mancano quelli che Leone XIV chiama “germogli di Vangelo nel deserto”, frutto dell’impegno dei tanti che, pregando, con lo sguardo fisso al cielo, continuano ad amare il prossimo. “Nella notte dei conflitti – ha detto il papa ai rappresentanti della Roaco, tra cui c’era il cardinale Claudio Gugerotti – siete testimoni della luce dell’Oriente”, che dovrebbe essere conosciuta meglio all’interno della Chiesa cattolica.
Leone XIV li ha ringraziati per il loro seminare “speranza nelle terre dell’Oriente cristiano, mai come ora sconvolte dalle guerre, prosciugate dagli interessi, avvolte da una cappa di odio che rende l’aria irrespirabile e tossica. Voi siete la bombola di ossigeno delle Chiese Orientali, sfinite dai conflitti. Per tante popolazioni, povere di mezzi ma ricche di fede, siete una luce che brilla nelle tenebre dell’odio. Vi prego, col cuore in mano, di fare sempre tutto il possibile per aiutare queste Chiese, così preziose e provate”.