Le Dionisiache a Segesta

Si conclude la cinquantesima edizione delle Dionisiache nel teatro antico di Segesta, in provincia di Trapani, con 45 rappresentazioni, 5 concerti, 20 laboratori e 5 albe. Il direttore artistico Nicasio Anzelmo ha curato anche la regia e l'adattamento della splendida commedia di Plauto, i Menecmi.

L’estate sta finendo e a scorgere l’ampio programma culturale, di spettacoli, di manifestazioni che si è svolto nelle località marine e montane, si può tranquillamente affermare che il rilancio dell’Italia passa anche dalla sua storia culturale. Nello scenario naturale del teatro greco antico di Segesta, in provincia di Trapani, sta per concludersi, il 3 settembre, la cinquantesima edizione delle Dionisiache con 45 rappresentazioni, 5 concerti, 20 laboratori e 5 albe. «La formula dei laboratori teatrali ‒ commenta Vito Sciortino, Sindaco di Catalafimi Segesta ‒ crea interessanti momenti di condivisione di esperienza tra attori e i nostri giovani».

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Il luogo delle rappresentazioni è d’eccezione. Non si poteva trovare uno scorcio più mozzafiato per edificare un teatro nel III secolo a.C., quando gli abitanti di Segesta costruirono il loro teatro sulla cima più alta del Monte Barbaro, secondo i dettami dell’architettura greco-ellenistica, con blocchi di calcare locale.

Il teatro è orientato verso Nord e dietro il palco si ammira, verso Est il Golfo di Castellamare, verso Ovest lo splendido panorama di montagne e dolci colline a perdita d’occhio, con il sole che tramonta e illumina il palco di traverso. Non è la stessa cosa assistere ad una rappresentazione dei classici greci in un teatro moderno in una grande città. Qui si ritorna indietro nel tempo, si apprezza, l’essenzialità delle scene, la centralità del corpo dell’attore, si respira l’aria del tempo con valori e sentimenti sempre attuali.

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«Le antiche pietre segestane ‒ chiosa Nicasio Anzelmo, il direttore artistico ‒ continuano a raccontarci ancora storie di uomini, di destini, di amori. Segesta diventa così crocevia di incontri, di produzione, dove ancora i miti, gli eroi e gli dei immortali, irrompono con forza nella quotidianità della nostra esistenza».

Nicasio Anzelmo ha curato anche la regia e l’adattamento de i Menecmi scritta da Plauto verso la fine del III secolo a.C. Il nome deriva da quello dei due personaggi principali, due fratelli gemelli. La vorticosa trama si snoda sullo smarrimento e rapimento di Menecmo I. La comparsa di Menecmo II, che non ha mai smesso di cercare il fratello, ad Epidamno, dove Menecmo I si è creato la sua nuova vita, scatena un susseguirsi di situazioni confusionali, comiche per necessità.

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L’adattamento che ha visto il ritorno alle scene di Cinzia Mirasolo, dopo 9 anni di assenza per un lutto familiare, scorre veloce, in modo brillante, a tratti esilarante, veicolando sentimenti e valori universali, dove il bene vince e l’ordine infranto si ristabilisce. Ottimi tutti gli attori che sanno caratterizzare perfettamente le sfumature rappresentative dei vari personaggi in una commedia che sa scaldare il cuore, arricchire l’anima, produrre buon umore.

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