L’attrazione della caduta

Basterebbe questo spettacolo per ridare lustro all’edizione 2003 del Festival di Spoleto. Perché Fallen di Jess Curtis è un piccolo capolavoro di teatro-danza dove fioccano idee coreografiche innovative supportate da valide riflessioni esistenziali. Sull’affascinante tema del volo e della caduta, sulla perdita di equilibrio e dell’energia che lo precede, l’autore americano insieme ai ballerini tedeschi del FabrikPotsdam costruisce un impianto coreografico animato da straordinarie metafore: dalla caduta di una civiltà, quale è stato il crollo del Muro, al precipitare di gente che ha tragicamente scelto l’impatto col suolo piuttosto che le fiamme sulle Twin Towers; allo stordimento emotivo dell’amore espresso come attrazione verso un altro essere. Cadute vissute come momento di trasformazione, come rischio, ma anche come ricerca di equilibrio e di armonia in relazione con l’altro. La performance inizia fuori dal teatro. Un ballerino si cala dall’alto di una fune mentre in basso quattro danzatori intessono approcci con spinte e salti. Spostandoci poi all’interno della sala scandita da enormi cornici, avvolti dalle note di un violoncellista, troviamo disegnate sul pavimento del palcoscenico sagome di corpi. Su queste si stenderanno gli interpreti fino a combaciare con la forma della posizione tracciata. Da terra, di spalle o a testa in giù, si alzeranno, ricadranno, spiccheranno il volo. Emuli, forse, di Icaro e del suo sogno, o di angeli caduti sulla terra; oppure di uomini sfidanti la legge di gravità? Dalla metafora si sfuma verso il comportamento delle relazioni umane quotidiane. Attraverso un dinamismo di movimenti sempre controllati si passa da una dimensione anche comica – un uovo passato di mano in mano ed esplorato in infinite combinazioni di caduta – ad una più teatrale, vissuta attorno ad un tavolo. Ma la danza, complessa e leggera allo stesso tempo, prevale. Contemporanea nei gesti, espressiva ed evocativa nei segni, essa ci trasmette il fascino simbolico della caduta che sprigiona vita. Per spiccare nuovi voli. Volterrateatro. La XVII edizione di Volterrateatro (dal 21 al 27/7) oltre agli eventi spiega la progettualità, fa conoscere le storie, i metodi, i percorsi e approfondisce le tematiche legate al teatro. La compagnia della Fortezza, composta da attori-detenuti e diretta da Armando Punzo, presenta I pescecani – ovvero cosa resta di Bertolt Brecht. Ospite d’onore il drammaturgo svedese Lars Norèn con Kyla (Il freddo), lavoro sui temi dell’intolleranza razziale, dell’alcolismo e della tossicodipendenza nel mondo giovanile. Quindi la compagnia francese di attori disabili Oiseau Mouche con NoExit. Per la danza la compagnia belga Onnagata Rea, diretta da Enzo Pezzella con Va’ pensiero. Inoltre la riscrittura scenica dell’Inferno di Dante con il Teatro del Lemming. Da segnalare l’evento speciale del Teatro delle Ariette, con Secondo Pasolini-Open Rave Cinema con Happy Hour (nella foto); il Progetto Braccianti della compagnia Armamaxa e la compagnia calabrese Scena Verticale con Amleto ovvero Cara mammina. www.volterrateatro.It

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