La Svezia… a dorso di papero!

Il classico per l’infanzia più amato del Nord Europa è una vera miniera di conoscenze storico-geografiche e di affascinanti leggende

Esistono diversi modi per sorvolare la Svezia e ammirare dall’alto le sue stupende bellezze naturali: l’aereo, l’elicottero, il pallone aerostatico, il deltaplano, il parapendio, ultimo il drone… Nils Holgersson, ragazzino ribelle e dispettoso, sempre pronto a tormentare gli animali della fattoria dove vive con i genitori, ha scelto invece un mezzo a dir poco originale: nientemeno che un papero domestico! Come abbia fatto, è presto detto. Azzardatosi un giorno a giocare un brutto scherzo a un malvagio folletto– un genere di creature di cui sembra che quel Paese nordico abbondi –, si è ritrovato di colpo rimpicciolito alle proporzioni di un topolino. La punizione si risolve però in un vantaggio per il giovane Nils insofferente di disciplina: inizialmente spaventato nel ritrovarsi in un mondo dove tutto è gigantesco rispetto a lui, sfrutta la sua nuova condizione per salire sul dorso di Mårten, papero anche lui in cerca di libertà, il quale, sfidando la sua natura, si unisce a uno stormo di oche selvatiche nel loro lungo volo migratorio fino in Lapponia. Comincia così Il Meraviglioso viaggio di Nils Holgersson partorito dalla fantasia di Selma Lagerlöf. Prima donna ad aver vinto nel 1909 il Premio Nobel per la letteratura, quando ancora era maestra elementare aveva pubblicato nel 1907 questo testo ideato inizialmente come sussidio geografico per le scuole e diventato poi il grande classico del Nord Europa per l’infanzia, tradotto in oltre quaranta lingue, amato da generazioni di giovani lettori ed ora riproposto integralmente in una nuova traduzione dalla editrice Iperborea.

Sulle ali del suo papero e sotto la guida di Akka, la saggia oca capostormo, e sempre in fuga da Smirre, l’astuta volpe cacciatrice, Nils percorre tutta la Svezia partendo dal suo villaggio di Västra Vemmenhög, nella Scania meridionale, alla scoperta di laghi, corsi d’acqua, pianure, brughiere, foreste, montagne, isole (quelle dell’arcipelago baltico), castelli, borghi e città. A titolo di esempio, ecco la descrizione dell’antica città mineraria di Falun, oggi capoluogo della contea della Dalarna: «Falun sorge in una conca attraversata da un breve torrente. All’estremità settentrionale della valle si trova un laghetto limpido e molto bello con sponde verdeggianti e irregolari chiamato Varpan. All’estremità meridionale c’è un’insenatura del lago Runn, simile a sua volta a un piccolo lago, che si chiama Tisken e ha acque basse e torbide e brutte sponde acquitrinose, ingombre di ciarpame d’ogni genere. A Est della valle corre un bel crinale coronato da un maestoso bosco di pini e betulle ricche di linfa, mentre le pendici sono rivestite di rigogliosi giardini. Anche a Ovest della città corre un crinale. In cima crescono rade conifere, e le pendici sono brulle, spoglie, senza alberi né erba, come un vero deserto. A coprire la terra ci sono solo grandi massi rotondi sparsi qua e là. La città di Falun, che si stende sul fondovalle su entrambe le rive del fiume, sembra essersi adattata al paesaggio in cui è sorta. Nella parte verde della valle ci sono tutti gli edifici che hanno un aspetto signorile o maestoso. Lì si trovano le due chiese, il municipio, la residenza del prefetto, la sede della società mineraria, le banche, gli alberghi, le varie scuole, l’ospedale, tutte le ville e le dimore eleganti. Nella parte nera si trovano strade su strade di casette rosse a un piano, lunghe palizzate nude e fabbriche imponenti. E al di là, in mezzo al grande deserto di pietra, c’è la miniera di Falun, con i suoi impianti e argani e pompe, con le sue vecchie costruzioni pencolanti e causa degli scavi nel terreno, con alti mucchi di loppa nera e lunghe file di forni di arrostimento».

Ogni tappa di questo viaggio di iniziazione alla vita diventa per il giovane Nils un universo di avventure, incontri e scoperte sulla natura, gli animali, la geografia del paesaggio e la storia dell’uomo che nel bene e nel male continua a modificarlo, insieme a leggende, richiami a un passato mitico e fiabe senza tempo. Nel suo itinerario tra le magie della natura e della fantasia, Nils imparerà cosa è l’amicizia, il rispetto per gli altri e per l’ambiente, il coraggio e la solidarietà. E una volta riavute le sue proporzioni naturali, riabbraccerà i genitori esclamando: «Papà e mamma, sono grande, sono di nuovo un essere umano!». Conclusione che ricorda quella di Pinocchio, la cui metamorfosi è stata da pezzo di legno a ragazzo: «Com’ero buffo quand’ero un burattino!».

E a proposito di Collodi, in Italia qualcosa di simile al viaggio di Nils aveva creato nel 1877 il futuro autore di Pinocchio con i suoi sussidiari per la scuola Minuzzolo e Giannettino, nomi entrambi di ragazzini irrequieti ai quali si voleva far apprendere senza annoiarli, in modo piacevole e avvincente, la storia dell’antica Roma e la geografia dell’Italia. Pur avendo riscosso un notevole successo all’epoca, questi due testi non sono paragonabili – per valore anche letterario – all’opera della Lagerlöf, la cui influenza sull’immaginario svedese è stata portentosa: tutt’oggi esistono linee di trasporti che portano il nome del protagonista, che ha ispirato film e cartoni animati ed è stato raffigurato perfino sulla banconota da venti corone svedesi.

 

 

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