La priorità sono le bonifiche

Originario di Villaricca (Napoli), nella Terra dei fuochi, e da sempre impegnato nella lotta per la sua gente, dal 2013 è deputato alla Camera ed è il primo firmatario della legge sugli eco‒reati del 2015. Nostra intervista all’onorevole Salvatore Micillo.

Cosa emerge dall’ultima Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite?

Permangono molte criticità perché le bonifiche non sono ancora partite, nonostante abbiamo approvato la legge 68/2015 sugli eco‒reati con cui si sono ottenuti dei risultati. Nel 2016 sono stati 25.889 i reati ambientali accertati su tutto il territorio nazionale, 71 al giorno, circa 3 ogni ora. Crescono del 20% gli arresti e diminuiscono del 7% gli illeciti. Un altro problema è stato l’abolizione del corpo forestale perché da un lato introduci uno strumento che fa pagare chi inquina, dall’altro viene meno il controllo del territorio.

Perché non si riesce a dimostrare un rapporto di causa‒effetto tra ambiente inquinato e incidenza dei tumori nella Terra dei fuochi?

Serve un registro per i tumori che noi abbiamo fatto approvare alla Camera e ora è fermo al Senato. Speriamo che nel prossimo governo si possa dire che c’è un’incidenza tumorale molto alta. Anche se ci tengo a chiarire che quando parlo di Terra dei fuochi parliamo di un territorio molto limitato della Regione che resta sempre la terra più bella del mondo, la mia Campania felix. È solo una piccola parte quella che dobbiamo bonificare.

Quali sono le priorità per la Terra dei fuochi?

La priorità sono le bonifiche. Se penso solo alla cava Resit dove è stato sversato di tutto e non è ancora mai partita una vera e propria bonifica. E come la cava Resit ci sono altri 75 siti nel nostro territorio che devono essere bonificati. Le ecoballe, invece, hanno già sviluppato molto percolato che è già penetrato nel terreno: il guaio è già stato fatto con possibili conseguenze nelle falde acquifere. Per i roghi tossici dovremmo fornire le forze dell’ordine di strumenti adatti per controllare i territori, come i droni. Ne sono previsti otto. Sono stati approvati, ma non sono ancora operativi perché non hanno fatto il collaudo. Altro grave problema è la carenza dei siti di compostaggio. È l’aspetto più difficile perché la plastica resta plastica, il legno resta legno, il vetro lo stesso. E il compost produce percolato e inquina i terreni.

Leggi l‘intervista integrale su CN Extra

 

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