Il mistero della Parola

Le “parole” umane del Verbo divino sono come recipienti atti a portare Dio stesso nelle anime.
Due ragazze

In tutto il Vangelo di Giovanni il Verbo, la Parola, ha un suono diverso e particolare da quello che siamo stati abituati ad ascoltare. Sin dai primi versetti, Giovanni ci presenta Iddio che è il Verbo: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio».
Per questo non dobbiamo meravigliarci se anche nell’ultimo discorso di Gesù le “parole” hanno un significato profondo.

Esse non sono solo dei suoni materiali che ci esprimono un’idea, un concetto: ci dicono esattamente la sostanza delle cose che esprimono. Non sono solo espressione del vero, ma anche del buono, e dentro quei suoni articolati questa particella di verità e di bontà, con la sua luminosità, viene comunicata agli ascoltatori.

E qui appare un altro meraviglioso potere della “parola” in Giovanni. Essa penetra nelle anime di coloro che operano il bene, di coloro cioè che fanno la verità, e viene invece rigettata da coloro che amano sé stessi e l’ingiustizia.
In tutto il quarto Vangelo si assiste a questa lotta della “parola” e della menzogna: «Se voi rimanete costanti nella mia Parola, sarete veramente miei discepoli e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». E ancora Gesù ai giudei: «Perché non potete sentire le mie parole? Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro… in lui non è verità».

Ma la “parola” non ha solo un contenuto umano di verità e di bontà. Non è solo linea di divisione tra i buoni che l’accolgono e i perversi che cercano di soffocarla. La “parola” di Cristo contiene in sé qualcosa di divino.
È la teologia giovannea del Verbo che è Dio e che si incarna che riaffiora. Le “parole” umane del Verbo divino sono come recipienti atti a portare Dio stesso nelle anime e a divinizzare gli uomini stessi: «In verità, in verità vi dico, chi custodisce la mia parola non vedrà la morte in eterno».
L’uomo che accetta in sé la “parola” di Dio, riceve Dio stesso in sé. Per questo la Sacra Scrittura, «parola» di Dio per eccellenza, sarà uno dei veicoli che attraverso i secoli spanderanno nell’umanità la verità, la bontà e la salvezza.

 (continua)

 
(Sintesi da: Il testamento di Gesù. Spunti di meditazione, Città Nuova, 1966)

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