Finché c’è Fidel…

L’assise del Partito comunista cubano propone cambiamenti economici, ma non solo.
Fidel

Si è concluso a L’Avana il VI Congresso del Partito comunista cubano dove è stata sancita la definitiva uscita di scena di Fidel Castro, che ha rinunciato al posto di segretario generale. Al suo posto il fratello Raul, come da tutti previsto. Si attendono ora le nomine per la dirigenza del partito, con la novità che nessuno potrà rimanere al suo posto per più di dieci anni, mentre nel giro di cinque anni s’attende l’annuncio di una nuova leadership. Il Congresso ha poi auspicato profonde riforme economiche, le quali «aggiorneranno» il socialismo, ma sempre sulla base della pianificazione, anche se «terranno conto delle tendenze di mercato».

 

Il congresso si è svolto senza una grande mobilitazione di massa, quasi che la popolazione cubana, afflitta da gravissimi problemi economici e da una crescente corruzione e illegalità, attenda sì un qualche cambiamento, ma con certo fatalismo. Nessuno o quasi ha però sottolineato un passaggio importante del discorso di Raul Castro, quello in cui evidenzia come si debba sostenere «la vita spirituale del popolo», invitando a rimuovere «i vecchi pregiudizi». Una novità che attende conferma.

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