Dialogo tra capolavori

In mostra fino al 9 luglio a Roma le opere della pinacoteca di Fermo scampate al recente terremoto. Tesori d'arte che portano firme come quella di Tiziano, Rubens, Lotto, e molti altri ancora.

Piccolo è bello, specialmente quando riguarda mostre d’arte. Così a Roma, al Pio Sodalizio dei Piceni a San Salvatore in Lauro,fino al 9 luglio è possibile ammirare una selezione di capolavori scampati al terremoto che ha colpito le Marche e anche Fermo, dalla cui pinacoteca provengono le opere in rassegna. Diciamolo chiaro. Le Marche sono una terra che racchiude tesori d’arte espansi su tutto il territorio: Tiziano, Lotto, Crivelli, Rubens, Sassoferrato, Pietro da Rimini, Cola dell’Amatrice,Pintoricchio, solo per citarne alcuni. Una civiltà da scoprire.

Perciò è un gran bella iniziativa la mostra romana che consente di vedere affrontate l’una all’altra tre Natività, di Rubens Pietro da Cortona e il Baciccio, ossia dall’inizio secolo (1608 Rubens) alla fine (gli anni Ottanta del Seicento per Baciccio). Rubens al solito è di una vitalità esuberante nella tela dipinta per gli oratoriani di Fermo. Certo conosce Correggio e la sua Notte di Dresda (la luce irradiante del Bambino), gli angeli di Caravaggio (che in lui sono più carnosi), la classicità (il giovane pastore in primo piano). Ma l’ardore delle tinte, l’oro delle paglia dipinta stelo per stelo, i volti in piena salute e l’atmosfera gioiosa sono del genio rubensiano, cantore della felicità di vivere. Una gioia che l’arte teatrale, diremmo melodrammatica, di Pietro da Cortona nella tela per San Salvatore in Lauro con i chiari riferimenti ai paesaggi classici, rende in modo più temperato rispetto a Rubens. Ma non meno efficace. Il morbido chiaroscuro di lontano ricordo caravaggesco stempera i sentimenti con dolcezza, c’è un affetto delicato tra i personaggi e nei riguardi del bambino, colloqui silenziosi, ombre quiete che rendono calma l’ambientazione scenica, e la portano alla meditazione.
Più giocosa e gioiosa la tela del Gaulli, cioè il Baciccio,dipinta per Fermo, nella chiesa di Santa Maria del Carmine. Un vortice allegro di luci e colori nella notte. La “notte santa” appunto dove si sorride, per il bambino che è nato e per la speranza del mondo. Baciccio ama i voli, la corrente leggera che porta alla serenità, i colori tersi e le espressioni tenere. È il barocco leggiadro.

Non solo barocco, ma rinascimento in provincia. Così la mostra vede appaiate le tavole di autori minori come Ottaviano Dolci e Giacomo Presutti accanto ai fratelli Crivelli, i veneziani arrivati nel secolo XV in terra marchigiana, a fornirla di smaglianti polittici. Certo, Carlo è superiore a Vittore per finezza di tratto, fantasia, originalità come dimostra la Maddalena che ci osserva attenta dal fondo dorato. Ma il vasto polittico di Vittore vede Carlo nascosto a partecipare, certamente. I santi dai volti sinceri e le mosse poco aggraziate,l’espressionismo di certe figure, l’amore per un mondo cavalleresco e gentile fatto di ori e stoffe preziose ci trasportano in un paradiso terrestre dove contemplazione e bellezza stanno insieme egregiamente.
Anche per questo la piccola mostra si rivela una grande occasione di scoperte.

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