Dare per salvaguardare l’ambiente

Una miriade di iniziative di studenti in tutta Italia. Un laboratorio di condivisione di idee, talenti e conoscenze che ha fatto sperimentare agli studenti che il dono reciproco è la linea guida.

Città Nuova ne ha già parlato. Si tratta del progetto Dare per Salvaguardare l’ambiente che nel 2012 ha vinto il prestigioso “Premio Green Scuola” del Consorzio interuniversitario di Chimica per l’ambiente. (Cfr. Città Nuova n.1 2013 pag. 31).

Ma quest’anno il progetto ha fatto un salto di qualità: è diventato un Accordo di rete istituzionale che coinvolge cinque scuole italiane che attraversano la penisola da Nord a Sud, assumendo il nome di “Dare per Salvaguardare l’ambiente in Rete (DPSAR)”.

Alla rete aderiscono: l’Istituto di Istruzione Superiore “Sandro Pertini” di Genzano Di Roma (Rm), l’Istituto Tecnico Statale “Girolamo Caruso” di Alcamo (Trapani), il Liceo Scientifico e Linguistico “Innocenzo XII” di Anzio(Rm) , l’Istituto Comprensivo “Alda Costa” di Vigarano Mainarda (Ferrara), l’Istituto di Istruzione Superiore “Alessandro Volta” di Pescara.

Come ha commentato Riccardo, uno studente della scuola capofila della rete «il concetto di noi, come studenti del Sandro Pertini di Genzano di Roma impegnati nel progetto ambientale, ora si è ampliato al noi come studenti di tutta Italia».

Il progetto Dare per Salvaguardare l’ambiente è patrocinato da EcoOne, un’iniziativa culturale internazionale del Movimento dei Focolari, che riunisce docenti, accademici, ricercatori e professionisti che operano nel campo delle scienze ambientali.

A questa rete fa capo anche il prof. Alessio Valente dell’Università del Sannio che, ad inizio anno scolastico, attraverso una videoconferenza, ha calamitato l’attenzione di più di 400 studenti delle cinque scuole in rete con il tema “L’influenza del surriscaldamento globale sulle coste italiane”. Un argomento scottante visto che gli alunni collegati erano anche di città marine. Interessantissime le domande poste dagli studenti: da quale delle nostre città rischia di più di essere sommersa al perché, vista l’estensione delle coste sul territorio nazionale, il problema viene affrontato in maniera così marginale.

Ma cosa ha di innovativo questo accordo di rete nell’affrontare le problematiche ambientali?

Sicuramente il riportare a galla l’importanza delle relazioni che caratterizzano l’ambiente naturale di cui l’uomo è parte integrante. In natura abbiamo un esempio di questa interazione a livello microscopico e macroscopico. L’ecologa Suzanne Simard ha scoperto che la betulla e l’abete si passano il carbonio sottoterra per aiutarsi vicendevolmente quando uno dei due è all’ombra.

Ma la natura aspetta che anche l’uomo costruisca queste relazioni di reciprocità e condivisione perché è da questo clima di pacificazione e di rispetto scambievole che nascerà il modo giusto di trattare il cosmo.

Nell’accordo di rete si evidenzia questo intento con il lancio della cultura del dare, che pone l’uomo nell’atteggiamento giusto per salvaguardare l’ambiente e si cita la sociologa Vera Araujo quando  afferma che resta sempre la possibilità per l’uomo redento «di porre al centro della propria esistenza non sé, ma l’altro, immettendo nel suo operare l’elargizione come elemento fondante».

La cultura del dare fa da sfondo al nucleo centrale del progetto: il patto di risparmio energetico dove semplici atti quotidiani, come spegnere le luci accese inutilmente, chiudere il rubinetto dell’acqua subito dopo l’uso, evitare gli sprechi alimentari, differenziare gli scarti e così via, ai quali si fa corrispondere un importo forfettario di 10 centesimi, diventano un modo per mettere da parte “un tesoretto” per chi vive un disagio sociale o ambientale.

Quest’anno gli studenti del “Girolamo Caruso” di Alcamo hanno devoluto il ricavato a Biagio Conte e quelli dell’istituto “Alda Costa” di Vigarano Mainarda alla piantumazioni di alberi, mentre il “Pertini” di Genzano di Roma ha sostenuto il progetto dell’Amu, “Acqua fonte di vita”.

Questo stile di vita sottostà anche ad ogni altra azione ambientale che si svolge nell’ambito del progetto come l’iniziativa del Pertini di due anni fa, che, dopo l’incendio di Eco X a Pomezia, ha voluto condividere lo sgomento dell’amministrazione comunale, donando alberi di leccio con l’azione “Un bosco anti inquinamento per Pomezia” e che, quest’anno ha gioito per la messa a dimora di otto giovani lecci in un giardino centrale della città.

È con questo spirito che la rete DPSAR ha condiviso anche la preoccupazione del nascente Movimento di Greta Thumberg, sostenendo lo sciopero per il clima con iniziative scolastiche in concomitanza e a rinforzo dell’evento del Climate Strike del 15 marzo.

Durante la giornata un’iniziativa dietro l’altra: dall’attività ecologica in una spiaggia della riviera Pescarese con oltre 100 studenti del Volta di Pescara alla produzione da parte degli alunni del Caruso di Alcamo del sapone naturale da usare al posto dei detergenti sintetici e la documentazione dei luoghi del territorio che attuano comportamenti virtuosi verso l’ambiente.

Il Pertini di Genzano di Roma ha predisposto un gioco con tiro a canestro delle bottigliette di plastica (usate e compresse) in un “plasticometro” che rendeva evidente l’enorme spreco di plastica, invitando poi tutti gli studenti a rinunciarvi, almeno una volta, per devolvere il denaro corrispondente al progetto “Acqua fonte di vita”.  Azione rilanciata dagli studenti della scuola “Alda Costa” di Vigarano Mainarda con il nome “Bevi-schiaccia-tira-aderisci”.

Promuovere l’uso della borraccia è diventato un imperativo accolto anche dal Liceo Classico Foscolo di Albano Laziale con l’ordinazione di borracce in alluminio per studenti e personale scolastico con un logo della scuola creato dagli stessi studenti.

Il primo anno di lavoro in rete si è concluso in bellezza  con la presenza in tre piazze del Villaggio per la terra a Villa Borghese, dove gli studenti del Liceo di Anzio, dell’Istituto di Pescara e di quello di Genzano di Roma si sono resi protagonisti di work shop, giochi e discorsi sui cambiamenti climatici, affiancati anche da esperti dell’agenda 2030 come Piera Savino, di problematiche della foresta amazzonica come Rosana Rezende, di pastorale ecologica come padre Onofrio Farinola. E dulcis in fundo con gli interventi scientifici del climatologo Antonello Pasini nell’ambito dello spettacolo il Kyoto fisso.

Tutto è stato un laboratorio di condivisione di idee, talenti e conoscenze che ha fatto sperimentare agli studenti che il dono reciproco è la linea guida che ci porta a scoprire le meraviglie della natura a anche le meraviglie delle relazioni che ci sono fra gli uomini. Saranno queste relazioni nuove che salveranno la natura perché, come l’universo si evolve proprio grazie alle relazioni che ci sono tra le cose così noi ci evolveremo come umanità solo se cureremo le relazioni fra di noi rivitalizzandole e trovando in esse la luce per ridare dignità alla società umana e alla natura.

 

 

 

 

 

 

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