Azionisti critici, asse Roma Berlino/2

Seconda parte dell'intervista a Tommy Piemonte della Bank für Kirche und Caritas che, assieme a Banca etica, è intervenuta nell’assemblea dei soci della tedesca Rheinmetall per chiedere la riconversione della produzione di bombe nello stabilimento italiano della Rwm. Strategie e sfide di una banca orientata al pensiero sociale cristiano

Secondo le vostre fonti, che peso esercita la Rheinmetall in Germania, dato che nel suo Cda siedono ex ministri? 

Non posso dare una risposta concreta a questa domanda perché non so quanta influenza abbia Rheinmetall sugli ambienti politici attraverso il suo principale lobbista ed ex ministro degli aiuti allo sviluppo Dirk Niebel e il membro del Consiglio di amministrazione ed ex ministro della difesa Franz-Josef Jung. Ma è proprio questa interdipendenza tra politica ed economia, che può essere osservata in molte multinazionali, che comporta enormi pericoli per un processo decisionale democratico efficace. Il passaggio da politici ad amministrazioni delle società significa spesso che le reti di rapporto create possono essere utilizzate e strumentalizzate per gli interessi dell’azienda. Con il rischio che i pro e i contro di certe scelte non siano adeguatamente riconosciuti dal punto di vista politico. O che alcuni interessi siano presi in considerazione nel processo decisionale.

In quali altri campi esercitare l’azionariato critico?

Svolgiamo tale tipo di attività non solo con le società, ma anche a un livello superiore, con la politica o attori del mercato finanziario. Ad esempio, con le agenzie di rating o i consulenti con diritto di voto, al fine di integrare meglio gli aspetti di sostenibilità nelle loro attività. L’anno scorso, ad esempio, insieme ad altri investitori della sostenibilità come Sfc, abbiamo formulato chiare richieste e proposte per una legge sulla protezione del clima e l’attuazione del piano d’azione dell’Ue per le finanze sostenibili in una lettera di impegno rivolta a diversi ministeri della Repubblica federale germanica e alla Commissione europea. Anche se è difficile valutare, al momento, l’effetto della nostra interlocuzione su proposte molto concrete, possiamo dire di aver riscontato l’interesse personale di alcuni politici di alto livello. Una conferma, cioè, dell’avvio di un vero confronto sulle istanze etiche che cerchiamo di portare avanti.

Esistono esempi di successo della vostra azione?

Un esempio positivo è costituito dal dialogo avviato con la DZ Bank, l’istituzione centrale delle banche cooperative in Germania e secondo gruppo bancario per dimensioni in Germania. Un lavoro compiuto per l’intero anno 2017 assieme ad altre banche etiche ed ecclesiali, oltre alla citata rete Shareholders for Change, con l’obiettivo di arrivare alla dismissione dei finanziamenti per attività collegate all’utilizzo energetico del carbone e alla produzione delle armi di distruzione di massa. Alla fine dello stesso anno 2017 la DZ BANK ha annunciato che interromperà il finanziamento di nuovi progetti per le centrali a carbone. Ovviamente si tratta solo di una tappa di un cammino da portare avanti con decisione e impegno.

Leggi qui la prima parte dell’intervista

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