Avanti nel dialogo

A Ottmaring, in Germania, primo incontro dopo la recente visita della presidente dei Focolari, Maria Voce, al Consiglio ecumenico delle Chiese a Ginevra.

 

«Creare spazi, dove tutte le Chiese possano esprimersi», così ha definito il rev. Martin Robra uno dei compiti primari del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec). «Impresa non facile – ha continuato – che richiede tempo. Non si possono prendere decisioni semplicemente a maggioranza. Ciò distruggerebbe la comunione, creerebbe scontentezza e indebolirebbe questa nostra voce comune delle Chiese nel mondo».

Robra, direttore del dipartimento “Il Cec e il movimento ecumenico nel XXI secolo”, prevede l’incremento dell’unità tra le Chiese e della loro testimonianza comune soprattutto come frutto di vita spirituale, di una spiritualità che rende possibile l’unità e che permette di crescere nella comunione.

Nella sua relazione ad un convegno per gli incaricati dell’ecumenismo del Movimento dei focolari tenutosi ad Ottmaring, presso Augsburg, in Germania, all’inizio di maggio, Robra si è soffermato proprio su questo punto, auspicando che il rapporto fra le Chiese sia sempre più improntato all’amore reciproco.

«Una cultura – ha continuato Robra – che crea la base per una comunità mondiale resta ancora uno scopo da raggiungere. Il movimento ecumenico però ha iniziato a costruirla».

I 120 partecipanti, provenienti da 14 Paesi europei, hanno seguito la relazione del pastore evangelico con vivo interesse, non già per motivi semplicemente “professionali”, ma perché sono coinvolti personalmente nel processo ecumenico. L’intervento può essere considerato una prima conseguenza della recente visita della presidente del Movimento dei focolari, Maria Voce, all’inizio di marzo, nella sede del Cec a Ginevra. In quell’occasione si sono fatti nuovi  passi nella collaborazione  sul piano della spiritualità, nei campi della formazione all’ecumenismo e al dialogo interreligioso, nell’impegnarsi nel campo economico e nel lavorare in favore della pace.

 

Al Cec aderiscono 349 Chiese di 140 Paesi con 550 milioni di appartenenti. Nato nel dopoguerra, ha come suo primo obiettivo quello di contribuire alla ricomposizione della cristianità. Per Robra il Cec «è come un sogno vissuto perché le Chiese siano unite. Pur dedicandosi  a vari “programmi”: per l’economia, la salute, l’Aids e altri, il Cec privilegerà sempre il rapporto fra le Chiese, ponendolo al centro del suo impegno. Unisce l’impegno per l’unità  alla testimonianza offerta al mondo. Però, per ottenere ciò, i rapporti tra le Chiese membro devono essere saldi».

Fra i compiti di Robra c’è quello di tenere le relazioni con la Chiesa cattolica. Infatti da anni, anche se quest’ultima non è membro del Cec, si è stabilita una continua collaborazione, fra altro con il “Gruppo misto di lavoro”.

Sin dal 1967 Chiara Lubich  ha mantenuto dei contatti frequenti e fruttuosi  con  i vari segretari generali del Cec e si è recata  tre volte nella sede di Ginevra. L’attuale segretario generale, il rev. Samuel Kobia, ha invitato Maria Voce per garantire la continuità della collaborazione iniziata già con Chiara Lubich.

«Al Cec abbiamo compreso il ruolo della spiritualità nel creare comunione per costruire la  comunità – così Kobia –, ma il Movimento dei focolari ha esperienza e profonda conoscenza  su come incarnare la spiritualità nella vita, un esempio è l’Economia di Comunione. I Focolari aiutano in questo modo non solo il Cec, ma il movimento ecumenico in generale a trovare risposte alle  sfide del modo di oggi».

Confermando di portare avanti l’eredità della fondatrice anche riguardo alla collaborazione del Movimento dei focolari col Cec, Maria Voce ha risposto: «Sono convinta che ciò che realizziamo nell’amore reciproco porterà abbondanti frutti per la piena comunione tra le Chiese».

 

La permanenza a Ginevra è stata contrassegnata anche dalla visita all’istituto di Bossey, un centro ecumenico internazionale di formazione del Cec. Donne e uomini di Chiese e culture diverse si incontrano per maturare insieme un’esperienza ecumenica di studio e di vita. Sempre proficui sono gli incontri annuali tra gli studenti di Bossey e i membri dei Focolari.

Nella sede del Consiglio si è svolo un apposito “servizio” ecumenico, in cui Maria Voce è stata invitata a tenere una meditazione sulla Parola di Dio, arricchita dall’esperienza di Vangelo vissuto nel quotidiano. Sono seguiti importanti incontri della presidente dei Focolari con i responsabili dei vari dipartimenti del Cec. Altri colloqui significativi, quelli con i segretari generali delle famiglie confessionali che hanno la loro sede nel Cec: dal rev. Setri Nyomi, dell’Alleanza riformata mondiale, al venerabile Colin Williams, della Conferenza delle Chiese europee, al rev. Ishmael Noko, della Federazione luterana mondiale. Infine con Marlon Zakeyo e Marsha Lougheed Paige, della Federazione mondiale degli studenti cristiani.

«Abbiamo condiviso la gioia di constatare che il Cec e il Movimento dei focolari, con i rispettivi carismi ed in campi diversi, condividono la passione e l’impegno per l’unità, ed intendono incrementare la loro collaborazione», ha commentato al termine della visita di Maria Voce l’ortodosso Georges Lemopoulos, del patriarcato ecumenico, vice segretario generale del Cec.

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