Agenda migrazioni e contratto di governo

Le forze parlamentari non possono tralasciare, nelle trattative in corso, una questione centrale ma rimossa nel dopo voto. L’urgenza di un confronto aperto nella società
ANSA/ IGOR PETYX

Quali sono i punti che possono mettere d’accordo una possibile maggioranza parlamentare in Italia?  Senza troppi giri di parole, Fulvio Vassallo Paleologo, un giurista da sempre in prima fila nel rispetto dei diritti dei migranti, su comune.info ha riconosciuto che dalle elezioni del 4 marzo «appare evidente come possa risultare vicino all’80 per cento il numero dei neoeletti nelle due camere che metteranno al primo posto delle loro scelte, o saranno costretti a farlo per imposizione dei vertici che li controllano, il tema del respingimento e dell’espulsione dei migranti, che continuano a definire “irregolari”, quando non ricorrono al termine, fin troppo abusato, di “clandestini”».

Anche Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, intervistato dal settimanale “L’Espresso” non ha timore a riconoscere la sconfitta cultuale della Chiesa di Francesco in considerazione dell’incapacità di far valere il messaggio dell’accoglienza verso profughi e rifugiati: «non c’è stata la capacità di intercettare e dialogare con le paure, di sciogliere la rabbia. Mentre sono convinto che Lega e M5S non siano solo un fenomeno social: hanno fatto più politica in mezzo alla gente» Riccardi parla ancora dell’esistenza di un “voto cattolico” che sarebbe andato «alla Lega o al M5S» perché «il messaggio della Chiesa non ha avuto rilevanza per loro. Questo risultato significa che il Carroccio è stato più rassicurante. E che la cultura dell’accoglienza mi sembra molto in crisi di fronte alla paura e alla rabbia della gente».

Ovviamente gli analisti del voto potrebbero sbizzarrirsi nel rintracciare le motivazioni più profonde dell’effettivo orientamento elettorale e scoprire, ad esempio, che il voto pentastellato e del centrodestra è stato determinato da questioni diverse dalla paura dei flussi migratori.

Con uno sguardo attento ai contenuti, piuttosto che all’immagine dei politici ritratti in tv nel loro incedere intorno ai palazzi del potere, si tratta di capire su cosa si baserà realmente l’eventuale “contratto di governo alla tedesca” invocato dal M5S. e quanto peserà in questo “contratto” la politica delle migrazioni.

Su questo argomento alcune delle maggiori reti e associazioni del mondo cattolico italiano hanno presentato, prima delle elezioni, assieme alla federazione delle chiese evangeliche, la proposta per una nuova agenda di governo con proposte realistiche e puntuali, a partire dalla abolizione, perché ritenuto ingiusto e inefficace, del reato di immigrazione clandestina introdotto dalla legge Bossi Fini del 1998.

Domande che si fanno sempre più urgenti nel momento in cui la guardia marina libica ordina alle organizzazioni umanitarie di non prestare soccorso in mare ed agenti della dogana francese sconfinano a Bardonecchia nei locali dove operano medici volontari e mediatori culturali.

Non è in gioco solo la sovranità nazionale ma la nostra stessa umanità. E su questo fronte necessiterà avviare un confronto esigente tra tutte le parti, partiti e associazioni, prima che lo stato di tensione esploda alla prima occasione, trascinando con sé ogni ragione.

 

 

 

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