Accordo di Malta, proposta per gestire i flussi migratori

Una proposta di modifica del meccanismo di distribuzione dei migranti in arrivo nel Mediterraneo centrale potrebbe cambiare la gestione dei flussi migratori
EPA/DOMENIC AQUILINA

Italia, Francia, Germania, Finlandia e Malta, riuniti a La Valletta, hanno raggiunto una proposta di accordo sulle migrazioni nel Mediterraneo centrale che verrà proposto a tutti gli altri Stati membri dell’Unione Europea (Ue) al prossimo consiglio che riunirà i ministri degli interni, all’inizio di ottobre, che segue il principio della solidarietà dei flussi, caro all’Italia, in base ad un meccanismo automatico di redistribuzione. Dopo la registrazione nel paese del porto di approdo, i migranti dovrebbero essere ricollocati entro quattro settimane dallo sbarco in un altro Stato membro.

Il meccanismo delineato prevede che gli Stati membri che lo sottoscrivono si impegnano a farsi carico di carico per sei mesi, rinnovabili, a partecipare alla suddivisione degli immigrati che sbarcano in Italia ed a Malta, che restano porti di arrivo primari, dato che la rotazione dei porti di sbarco è prevista solo su base volontaria e, quindi, è improbabile che avvenga. Gli Stati che riceveranno i migranti devono farsi carico, oltre che dell’accoglienza, anche dell’esame della domanda di asilo e dell’eventuale rimpatrio. Questo aspetto è significativo, perché dovrebbe spingere i singoli Stai membri coinvolti a stipulare specifici accordi di rimpatrio con i paesi di provenienza dei migranti, coinvolgendo anche la Commissione europea.

Nel corso della riunione di Malta non sono state assegnate delle quote specifiche perché, avendo predisposto solo una bozza di accordo, i firmatari e in particolare la Finlandia, che attualmente regge la presidenza di turno del Consiglio dell’UE, auspicano il coinvolgimento di una ventina di Stati membri. Le quote di distribuzione dei migranti per paese saranno comunque tra il 10 e il 25%, con una previsione però più realistica di circa 12 di Stati membri coinvolti in questa sorta di coalizione dei volenterosi, in particolare, oltre ai promotori, Spagna, Portogallo, Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi.

Alcuni Paesi, come la Grecia, la Spagna e Cipro sono preoccupati dalla loro esclusione dal meccanismo delineato nella base di accordo, poiché i migranti sbarcano anche sulle loro coste. Altre critiche alla base di accordo riguardano il fatto che il meccanismo si riferisce non a tutti i migranti ma solo a coloro che chiedono asilo (che rappresentano comunque il 90% degli sbarchi).

In Italia, le opposizioni ritengono che la proposta di accordo non sia valida, poiché l’automaticità del trasferimento è messa in dubbio dal fatto che non ci sia un meccanismo sanzionatorio.

Indubbiamente, il meccanismo proposto non è prefetto, ma sembra essere un buon tentativo per affrontare la questione dei flussi migratori, in attesa di una riforma del trattato di Dublino, particolarmente laddove questo assegna allo Stato membro di primo approdo la gestione del migrante che arriva nel paese.

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