Vivere sul fiume

Quasi un salotto di casa immerso nella vegetazione tropicale dove si manifestano tutte le dimensioni di socialità di una famiglia.
Gente povera ad Haiti

Vivere nel fiume come la cosa più naturale del mondo. Abituati a condurre un’esistenza in case fatiscenti senza acqua potabile ed energia elettrica, il fiume diviene luogo d’elezione sociale. Diventa luogo per le pulizie domestiche, per lavare i panni, per pulirsi, per rinfrescarsi dall’arsura senza bisogno di aria condizionata. Quasi un salotto di casa immerso nella vegetazione tropicale dove si manifestano tutte le dimensioni di socialità di una famiglia, che qui, ad Haiti, sono gruppi di famiglie, famiglie allargate, intere comunità. Sorprende questo stile di vita che è privo, secondo i nostri criteri, dell’essenziale: i bambini piccoli sono quasi tutti nudi e si mangia, quando si riesce, una volta al giorno.

 

La strada da cui è stata scattata la foto, che collega Ouanamethe a Mont Organisé, nella parte Nord-orientale dell’isola, non solo è sterrata, ma è difficile definirla tale, tanto è piena di buche e pericolosa. Il fiume diventa la piazza, il luogo dove si trascorre la giornata; eppure ciò che colpisce è che per loro quasi non esiste un altro mondo possibile. È, per loro, una condizione normale che vivono con grande dignità; senza lamentarsi, non aspettano la luce elettrica, l’acqua potabile, condizioni moderne di vivibilità, perché forse appena le conoscono. Dovrebbe farci riflettere sul nostro stile di vita dai bisogni creati come anabolizzanti che gonfiano la nostra esistenza di tante cose inutili e superflue. Liberiamocene e liberiamoci per non rimanere insensibili al grido di chi soffre.

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