Un nuovo patriarca per i greco-cattolici

Joseph Absi, vicario patriarcale di Damasco, è stato eletto a guidare la Chiesa greco-cattolica. Un uomo che ha a cuore soprattutto l'unità tra le Chiese cattoliche orientali, nonché un fine musicista
Damasco

Dopo oltre un anno di difficoltà, e purtroppo anche di tensioni, il sinodo straordinario dei vescovi della Chiesa greco-cattolica (melchita) ha eletto il suo nuovo patriarca. Si tratta dell’arcivescovo siriano Joseph Absi, negli ultimi 10 anni Vicario patriarcale per l’Archeparchia cattolica melchita di Damasco.

Ma chi sono i greco-cattolici? In alcuni paesi del Medio Oriente sono ben presenti e abbastanza numerosi. In Italia hanno una sola comunità, a Roma, presso la basilica di S. Maria in Cosmedin, vicino al Circo Massimo e all’antico Tempio rotondo. La basilica, risalente al VI secolo, è ben nota ai romani per la sua bellezza e forse ancora di più perché vi si trova la “Bocca della Verità”, l’antico tombino di pietra murato nel pronao, meta di molte visite turistiche.

I melchiti o greco-cattolici appartengono ad una chiesa patriarcale orientale in comunione con la Chiesa cattolica. Le sue origini risalgono all’antico patriarcato di Antiochia, la città siriana dove per la prima volta i seguaci di Cristo vennero chiamati cristiani (cf. At 11,26) già al tempo degli apostoli.

Nel quinto secolo, dopo il concilio di Calcedonia, vi fu una scissione fra chi aderì al concilio e chi ne prese le distanze. Alcuni “non calcedonesi” attribuirono agli avversari l’appellativo di melchiti: malka, in antico siriaco era il re, nella fattispecie l’Imperatore bizantino Marciano, favorevole all’editto di Calcedonia sulle due nature (umana e divina) di Cristo. Per molti secoli la Chiesa melchita rimase nell’ambito della fede greco-ortodossa, in comunione con il patriarcato di Costantinopoli, e si diffuse in gran parte del Medio Oriente. Ma nel 1724, per diversi motivi, una parte dei vescovi e dei fedeli dei tre patriarcati melchiti di Antiochia, Gerusalemme e Alessandria riprese i rapporti con la Chiesa di Roma e vi aderì. L’adesione venne più tardi riconosciuta e regolamentata da papa Leone XIII (1878-1903) con l’enciclica Orientalium Dignitas.

Oggi la chiesa greco-cattolica (che conta circa 2 milioni di membri) è diffusa soprattutto in Medio Oriente (in Libano è la seconda comunità cattolica dopo quella maronita), ma con la diaspora dei suoi fedeli è ormai presente in molti Paesi del mondo. Le principali sedi mediorientali si trovano in Siria, Libano, Giordania, Terra Santa, Egitto, Sudan, Iraq e Kuwait. Nel mondo le comunità della diaspora si trovano in Usa, Canada, Messico, Venezuela, Argentina, Brasile e Australia. In Europa vi sono chiese e comunità greco-cattoliche a Parigi, Marsiglia, Stoccolma, Bruxelles, Londra, Vienna e Roma. La liturgia della chiesa greco-cattolica segue il rito bizantino che risale a San Giovanni Crisostomo, ma accanto all’antica lingua greca viene ampiamente usato l’arabo.

Il nuovo patriarca Joseph Absi, che succede all’85enne Gregorio III Laham, ha studiato teologia in Francia e in Libano (Harissa), ha conseguito una licenza in filosofia presso l’Università statale libanese e un dottorato in musica presso la Pontificia Università di Kaslik. Mons. Absi, che appartiene alla Società dei missionari di San Paolo (paolisti), è sacerdote dal 1973 e superiore generale dei Paolisti dal 1999. Consacrato vescovo nel 2001, è stato presidente della Caritas siriana promuovendo con i suoi collaboratori più di 40 progetti a Damasco, Aleppo e Hassaké.

Uno dei temi che sta forse più a cuore al nuovo patriarca melchita è l’unità fra le Chiese cattoliche orientali, che appartengono a 7 riti diversi (caldei, copti, siriaci, armeni, maroniti e latini, oltre ai melchiti). Al Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente (Vaticano, 2010), mons. Absi ha chiesto un coordinamento delle Conferenze episcopali cattoliche dei diversi riti presenti in Medio Oriente.

Il nuovo patriarca, dottore in musica, ha scritto qualche anno fa un inno per il famoso gruppo musicale “Ensemble de la paix”, che ha un notevole carnet di concerti internazionali: il programma 2017 prevede 8 esibizioni in 6 Paesi europei, alcune già effettuate. I prossimi due concerti in Italia saranno a Ravenna (5 agosto) e Trento (10 settembre). Il gruppo è composto da musicisti di diversi paesi e religioni del Medio Oriente. Nel repertorio dell’Ensemble (“Cantiques de l’Orient”) è presente un pezzo scritto e musicato da Joseph Absi: “Kama yachtaqu” che riprende il salmo 41 (42), come la cerva anela. Il brano è interpretato da suor Marie Keirouz, fondatrice e cantante dell’”Ensemble de la paix”.

I più letti della settimana

Osare di essere uno

Chiara D’Urbano nella APP di CN

Focolari: resoconto abusi 2023

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons