Tributo a Herbert Pagani

Una lunga fila di scarpe di diverse fogge ci ricorda uno dei tanti oggetti dai quali l’artista creava sculture. Così si apre Tributo a Herbert Pagani, uno strappo nel cielo. Lo spettacolo musicale di Giancarlo Nanni è soprattutto un atto d’amore verso un uomo (scomparso all’età di quarantaquattr’anni) che è stato artista poliedrico, specialmente musicista e cantante, con nell’anima la forza dell’amore e della vita. Come tale lo conoscevamo.Ma non sapevamo che egli è stato anche scultore, pittore, poeta e, a suo modo, politico. Ebreo della Libia, trasferitosi in Italia e infine in Francia, Pagani si impegnò per creare ponti di pace tra israeliani e palestinesi. Herbert era un raccoglitore di storie di temi sociali e poetiche quotidiane, che poi riportava nelle sue canzoni. Alcune di queste e altre cose ancora ci restituisce lo spettacolo multimediale di Nanni grazie alla presenza narrante di Manuela Kustermann, al canto di Miriam Meghnagi, e della sorella di Herbert, Caroline. Nella scena che riproduce lo studio milanese di Herbert, pieno di oggetti, mobili e carte, la Kustermann estrae da cassetti lettere e poesie, inedite; mentre su uno schermo scorre un bellissimo montaggio di immagini e disegni dell’artista con brevi interventi di personaggi come Sgarbi e Mollica. Quest’ultimo lo ricorda come uno che aveva sempre la porta del proprio cuore aperta a chi voleva entrare dentro. E questo omaggio di Nanni ha permesso anche a noi di affacciarci, con meraviglia, su quella soglia.

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