Toti frena la norma anti azzardo

"L’azzardo non è un gioco” sotto questo striscione a Genova si danno appuntamento per il 27 marzo in piazza associazioni, Chiesa e Sert contro la proroga di un anno della legge anti-slot
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Si sono dati appuntamento per lunedì 27 in Piazza De Ferrari per allestire un presidio per dire un deciso no alla proroga della legge sul contrasto all’azzardo decisa dalla Regione Liguria: che, blocca l’entrata in vigore prevista il 2 maggio della legge regionale 17 del 30 aprile 2012.

Ci saranno tante associazioni impegnate nel sociale a cominciare Arci, Auser, Cgil, Cisl, Uil, Fondazione Auxilium, i Sert di Savona e Genova, Libera, Acli, Cnca, Uisp con il coordinamento regionale Mettiamoci in gioco e la Consulta comunale di Genova.

Nella città di Genova, sono quasi ottomila le persone malate di azzardo. “Al Sert, dicono, ne arrivano 130 all’anno, ma è solo la punta dell’iceberg”. Questi i temi, i numeri, le  storie di dipendenza, di famiglie rovinate, da una malattia vera e propria che sta dilagando tra gli anziani e rischia di contagiare anche i giovanissimi che saranno portate in piazza lunedì.

Con il primo maggio doveva entrare in vigorie la norma che poneva un forte freno alle sale da gioco, e bloccava la deroga dei cinque anni concessi per permettere ai Comuni di adottare regolamenti conformi ai limiti severi stabiliti dalla legge a suo tempo votata a larga maggioranza dal consiglio regionale.

Ma il presidente della Regione Toti con la scusa di “non creare ulteriori problemi a un tessuto economico già lacerato”, ha annunciato una moratoria di un anno.

Immediate e forti le reazioni oltre che da parte delle associazioni anche dal Comune stesso che ha accusato la Regione di aver azzoppato il lavoro pioneristico di Palazzo Tursi, che sulla base di quelle rigide norme — distanza minima obbligatoria di 300 metri tra le sale slot e zone sensibili come le scuole — ha adottato un regolamento che rischia ora di essere congelato

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E come sempre si sventolano cifre a cominciare da i tabaccai che parlano del rischio di chiusura del 90 per cento delle 850 tabaccherie genovesi, asserendo che la metà del fatturato annuale deriva da gratta e vinci, Superenalotto e slot machine. A loro si uniscono i titolari  di bar e pubblici esercizi.

Le associazioni anti slot invece fanno sapere le loro cifre e cioè:  “Diremo quante sono, piuttosto, le vittime dell’azzardo — sottolinea il direttore del Sert Ponente Asl3 Schiappacasse — questa non è vera economia: il lavoro vero è da un’altra parte. Dunque, spingiamo verso diversi consumi, perché l’azzardo ti fa diventare più povero. Ed è un gravissimo problema di salute: il gioco online sta crescendo, e più del 50 per cento dei giocatori alle slot machine sono pensionati. Non smetteremo di ripeterlo, l’azzardo è veleno”.

«L’azzardo non può essere una forma di guadagno né un promotore di lavoro. Ci rendiamo conto per primi dell’importanza di salvaguardare posti, ma siamo anche certi che non si può costruire lavoro per alcuni quando esso si rivela causa di disgrazia per altri: una disgrazia certificata fin troppe volte da tutti gli indicatori sociali, sanitari ed economici». Dicono alla Fondazione Auxilium.

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