Tiro con l’Arco: Italia sul tetto del mondo

Nespoli, Galiazzo e Pasqualucci compiono l’impresa, battendo la Francia e riportando gli azzurri sul gradino più alto del podio. Un attestato di come lo sport italiano sia ricco di eccellenze e in grado di competere ad altissimi livelli

«Sono molto contento che la mia squadra sia giunta fino alla fine: ci sono stati tre scontri duri contro Stati Uniti, Taipei e Corea. In finale la Francia non è andata benissimo, noi abbiamo fatto una gara buona, tenendo forte fino alla fine. Sono felicissimo di tornare in Italia con la medaglia d’oro»: le parole del commissario tecnico Wietse van Alten fanno da corollario allo straordinario risultato ottenuto ieri dalla nazionale azzurra di Tiro con l’Arco ricurvo, tornata sul tetto del Mondo a 18 anni di distanza dalla prima e sinora unica volta.

Mauro Nespoli, Marco Galiazzo e David Pasqualucci sono i tre alfieri che hanno compiuto l’impresa, battendo in finale, col risultato di 6 set a 0, la Francia di Thomas Chirault, Jean-Charles Valladont e Pierre Plihon. L’atto conclusivo con i francesi è stato il coronamento di un cammino perfetto: gli azzurri avevano cominciato il loro percorso negli ottavi di finale, battendo Taipei (in gara con Deng, Lee e Wei) per 5 set a 3. Ai quarti, l’ostacolo è stato rappresentato dagli Stati Uniti di Brady Ellison, Jake Kaminski e Thomas Stanwood, superati con lo stesso punteggio. Il capolavoro però è stato compiuto nel turno successivo, quando una compattissima squadra azzurra ha avuto la meglio sui favoriti sudcoreani Im Dong Hyun, Oh Jin Hyek e Kim Woo-jine (primatista del mondo), battuti 5-4: Nespoli, Galiazzo e Pasqualucci hanno così servito agli avversari la rivincita per la sconfitta nella finale mondiale di due anni fa.

«È stata una gara bella e una medaglia importantissima –  ha dichiarato un sereno e soddisfatto Mauro Nespoli a trionfo acquisito – Dopo le Olimpiadi di Rio dovevamo rifarci, la squadra ha tirato molto bene e la Francia ha sicuramente sofferto più di noi la tensione. Abbiamo saputo rispondere colpo su colpo anche sull’ultima volée (le sessioni di tiro, in cui ogni arciere ha a disposizione due frecce da scagliare, ndr): bisognava fare o 9 o 10 per vincere e ce l’abbiamo fatta. Sono stato contento della possibilità di tirare l’ultima freccia: aver chiuso con 10 questo match mondiale mi riempie d’emozione».

A cinque anni di distanza dall’oro Olimpico di Londra, quindi, la squadra azzurra torna a primeggiare a livello globale: l’oro conquistato dal terzetto italiano assume poi ancor più valore, se si pensa che l’unico titolo iridato risale, come già accennato, all’edizione del 1999 disputata ironia della sorte proprio in Francia, a Riom. Un segnale incoraggiante anche per l’intero movimento sportivo azzurro in prospettiva dei Giochi di Tokyo 2020: considerando tutte le rassegne iridate negli sport olimpici che si sono svolte dall’inizio dell’anno, infatti, gli azzurri hanno ottenuto ben 12 ori (scherma, nuoto, tiro a volo, canottaggio e tiro con l’arco), 4 medaglie d’argento (scherma, judo e canottaggio) e 13 bronzi (nuoto, scherma, ciclismo su pista, atletica, vela e canottaggio).

La spedizione azzurra ai Mondiali di Tiro con l’Arco di Città del Messico, così come in precedenza gli appuntamenti iridati di nuoto, scherma e tiro al volo, hanno dunque dimostrato che gli sport erroneamente considerati “minori” in Italia sfornano atleti formidabili, eccellenze da seguire e valorizzare anche a livello mediatico: dare sempre più spazio ai loro successi, evitando di puntare i riflettori solo durante l’appuntamento olimpico, sarebbe il giusto tributo ai sacrifici compiuti per raggiungere questi significativi risultati.

Giorgio Tosto

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