Terzo settore, sognare e restare uniti

È tra i fondatori del Forum del terzo settore, la rete degli organismi di solidarietà creati dai cittadini, il cosiddetto privato sociale. Dal 1999 al 16 maggio scorso è stato, insieme a Rasimelli, portavoce del Forum. Le associazioni aderenti sono passate da 30 a 110, per un totale di 14 milioni di tesserati. Edoardo Patriarca, emiliano di Carpi, docente di chimica alle superiori, proviene dall’Agesci, gli scout cattolici, di cui è stato presidente nazionale. ¦ Nei sette anni al vertice del Forum come ha visto cambiare il mondo della solidarietà? Resta un mondo di generosità, di sostegno soprattutto ai più deboli, ma è anche un mondo che oggi ha una cultura e ha maturato un progetto di società. Oggi la politica, le istituzioni, il parlamento riconoscono pienamente il mondo del volontariato, dell’impresa sociale quale presenza autorevole con una propria identità. Negli anni è aumentata l’area di progettualità condivisa. Nel terzo settore non vale più la distinzione: laici-cattolici, destra-sinistra. È un mondo fondato sui valori costituzionali, ma soprattutto sulla competenza, sulla capacità di risolvere i problemi con concretezza intelligente. La politica divide l’Italia, ma abbiamo sperimentato nel Forum, dove si va dalla sinistra alla la destra sociale, che su solidarietà, giustizia, legalità, democrazia, c’è piena condivisione. Non posso però tacere un elemento di criticità e un rischio. Il cammino del terzo settore è rimasto un’esperienza nazionale. Abbiamo fatto fatica a trasportarlo a livello territoriale. Solo in alcune realtà ha funzionato. Eppure è sul locale che si gioca il futuro, la costruzione vera delle reti, della cittadinanza. Il rischio, invece, è quello di trasformare il Forum in un sindacato del terzo settore. Il privato sociale è nato per tutelare chi non ha voce. Se diventiamo autoreferenziali, perdiamo l’anima. ¦ La solidarietà organizzata è più diffusa al Centro-Nord, che al Sud. Anche qui un Paese diviso? Attenzione. Gli ultimi dati ci danno un Sud incredibilmente in crescita. L’area del volontariato e della cooperazione sociale sta crescendo vorticosamente, più di quanto accada nel Nord. Certo, la distanza rimane, però io sono molto ottimista, perché c’è una realtà giovanile che desidera impegnarsi, che cerca anche di costruire opportunità lavorative nell’area dell’impresa sociale. Quindi, tutte le cooperative giovanili – sto pensando alla Locride e alla Puglia – sono in forte crescita e vanno sostenute.Mi auguro che il Sud diventi un grande laboratorio del privato sociale. Ci sono i presupposti, ma bisogna vedere se la politica, le istituzioni vorranno investire su questo. Intanto, con l’Associazione delle casse di risparmio (Acri) stiamo costituendo la fondazione Progetto Sud, con un capitale ragguardevole di 300 milioni di euro, per mettere in rete le iniziative in atto, moltiplicare le esperienze, avviare percorsi lavorativi per i giovani all’insegna del privato sociale. ¦ Quali impegni attendono il Forum? Dopo la stagione delle varie leggi di settore – legge sul volontariato, legge sulla cooperazione sociale, legge sulla cooperazione internazionale, ecc. – è giunto il tempo di arrivare ad una legge quadro che dia certezza giuridica a questa nostra realtà. Poi, chiediamo di adeguarci all’Europa, dove chiunque fa un lavoro nel sociale viene incentivato fiscalmente, cioè tutte le sue spese vengono defiscalizzate. È la prospettiva nuova di una fiscalità premiante perché facciamo il bene del Paese. Un terzo obiettivo è quello di riprendere a sognare un po’ di più, recuperare una visione alta. Si tratta di essere meno preoccupati delle gestioni interne e offrire al Paese una grande speranza in nome della solidarietà e della giustizia sociale. Infine, è necessario restare uniti. Evitiamo che la politica, le istituzioni ci dividano. Credo che luoghi come il Forum siano oggi luoghi preziosissimi e bisogna difenderli, rafforzarli perché solo in questi contesti si riesce a recuperare una visione condivisa del Paese. In questo cammino saranno di particolare aiuto, con la loro sensibilità, le nuove portavoci, Maria Guidotti e Wilma Mazzocco. Due donne, per la prima volta. È un segnale forte che viene dal Terzo settore. Anche nel nostro mondo, le donne sono le persone più presenti a livello di base e le meno rappresentate a livello nazionale. Il nostro mondo cresce se si valorizza l’altra metà del cielo.

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