Terapia d’urto

Dave Buznik (Adam Sandler) è il tipico giovane iellato e imbranato in balia degli eventi. Educato, gentile, ma succube di tutte le persone che incontra. Solo la sua adorabile (anche troppo) fidanzata riesce pazientemente a sopportarlo” Persino in aereo, oltre a perdere il suo posto, non riesce a farsi ascoltare dalle hostess. E proprio a causa di una lite a bordo, viene processato e condannato a sottoporsi ad una terapia per il controllo dell’ira. E qui entra in scena Jack Nicholson nelle vesti del dott. Buddy Rydell, un eccentrico e psicopatico terapeuta anche lui con seri problemi di autocontrollo. Iniziano le terapie di gruppo con gli altri davvero simpatici pazienti, ma durano poco perché il dott. Buddy decide che per seguire e curare il “pericoloso” caso di Dave sia necessario addirittura trasferirsi in casa sua, perseguitandolo quotidianamente. Rydell si rivelerà pian piano una sorta di maniaco, anche se i suoi modi decisamente estremi sembrano sortire gli effetti sperati. Alla fine anche Dave perderà le staffe, ma resta il dubbio se è per le continue provocazioni di Rydell o perché avesse veramente bisogno di una cura per la rabbia. Terapia d’urto vede per la prima volta insieme il decano della follia Jack Nicholson e il talento comico molto famoso in America e quasi sconosciuto in Italia, Adam Sandler. Non è un evento vedere una coppia così inconsueta sullo schermo. Viene riproposta la stessa situazione di un film di qualche anno fa Ti presento i miei. Al posto di Nicholson c’era De Niro, e il ruolo del malcapitato alle prese con la sua fidanzata da sposare era interpretato da Ben Stiller. Ma quella volta il successo di pubblico e critica era meritato. La trama, le situazioni e le battute erano più ciniche e divertenti e la sceneggiatura, trattandosi di una commedia, non era per niente scontata. Il film in questione invece non riesce nel suo intento proprio perché mancano decisamente il nucleo e il fine della storia. Non è una satira perché non è abbastanza feroce. Le gag troppo banali e qualche volta volgari finiscono con l’irritare lo spettatore piuttosto che divertirlo. I numerosi camei molto famosi, che costantemente invadono il film (addirittura l’ex sindaco di New York Rudi Giuliani), sottolineano appunto una sceneggiatura superficiale e incompiuta. L’happy ending puntuale come in tutte le commedie questa volta si rivela, è proprio il caso di dirlo… d’urto. Ne esce un film inodore e insapore che punta tutto sul talento di Nicholson che però noi conosciamo da oltre trent’anni! La vera forza del film è semmai un John Turturro nei panni di un pazzo manesco. Consigliato per una serata tra amici in allegria e niente più. Regia di Peter Segal; con Adam Sandler, Jack Nicholson, Marisa Tomei, John Turturro, Allen Covert, Luis Guzman, John C. Reilly. Valutazione della Commissione nazionale film: La meglio gioventù: discutibile, problematico, dibattiti (prev.); Terapia d’urto: inconsistente, grossolanità (prev.).

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