Suor Del Gaudio: la fede fa sperare tutto da Dio

Molte volte papa Francesco ha invitato le persone a non credere a maghi e oroscopi. All’Angelus del 2 luglio scorso, ha ribadito: «Il cristiano non crede alle superstizioni, come la magia, le carte, gli oroscopi o cose simili». Abbiamo intervistato suor Daniela Del Gaudio, dell'Istituto delle Suore Francescane Immacolatine e direttrice del Comitato direttivo dell’Osservatorio internazionale sulle apparizioni e i fenomeni mistici.
Suor Daniela Del Gaudio

Suor Del Gaudio, può spiegarci perché occorre fare attenzione ai cartomanti e perché la superstizione confligge con l’essere cristiani?

Innanzitutto, per il cristiano è inammissibile ricorrere ai maghi, perché è come porre queste persone allo stesso livello di Dio attribuendo loro un potere che appartiene solo a Lui, e questo contraddice il primo comandamento: non avrai altro Dio fuori di me. La superstizione è un peccato grave perché, come afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica, «è la deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone» (ccc 2111), attribuendo importanza a pratiche magiche, ad amuleti, oroscopi o persone.

Purtroppo, oggi molte persone cadono in questo peccato anche senza accorgersene, in quanto sono alla ricerca di segni, di certezze, di risposte in situazioni di fragilità, come la malattia o la morte, o in balia di prove morali che li deprimono. In questo caso notiamo che il ricorso alla magia è sintomo di un bisogno di aggrapparsi a qualcosa o qualcuno che può salvarci o ridarci le cose o le persone perdute.

In ogni caso occorrerebbe una maggiore formazione, soprattutto sulla vera fede, sulla provvidenza di Dio, sul modo di vedere che Dio agisce nella storia. La fede cristiana ci dice che Lui è amore, è come un padre che si prende cura delle sue creature, per cui il giusto atteggiamento cristiano consiste nell’abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L’imprevidenza può costituire una mancanza di responsabilità.

«La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l’onore e il rispetto, congiunto a timore amante, che dobbiamo a Dio solo» (CCC 2116).

Infine, va detto che il ricorrere ai maghi può causare cadere nelle grinfie di truffatori, ma anche di pratiche demoniache e, quindi, correre il rischio di essere poi posseduti da satana. E, siccome, spesso sono fatte per nuocere agli altri, ciò veramente è da condannare, perché il Signore chiede di pregare per chi ci fa del male e perdonare, lasciando a Lui la potestà di dirigere gli avvenimenti, che sono sempre con un fine buono.

 

Spesso le persone vanno dai maghi perché si sentono sopraffatte dall’incertezza che presenta il futuro e vorrebbero essere rassicurati. In che modo la fede può aiutare queste persone e come convincerle a non dare credito a questi falsi profeti?

La fede vera è un incontro con Dio vivo, un abbandonarsi nelle sue mani come il figlio con un padre. La fede cristiana ci fa conoscere non solo la volontà di Dio, ad esempio, i Comandamenti, per vivere secondo la sua legge, ma ci permette di entrare in intimità con Lui, con la Trinità, in particolare con Gesù, nostro maestro, via, verità e vita, che si è incarnato per essere vicino a noi. La vera fede comporta, quindi, non solo un’adesione alla Rivelazione ma anche a Dio che si rivela e, quindi, un rapporto di amicizia, amore, fiducia, imitazione che ci porta ad essere, veramente, figli di Dio. E i figli di Dio vivono nella libertà della sua verità, come dice la Sacra Scrittura. Siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato. Ricorrere ai maghi vuol dire venire meno a questa fede, vuol dire cercare la verità fuori da Lui.

Il sentimento di incertezza per il futuro è frutto di mancanza di fede. Gesù nel Vangelo ci esorta a non temere per il futuro perché Dio si prende cura di noi, come una madre con i suoi figli. Ci porta l’esempio dei fiori del campo o degli uccelli del cielo. Dobbiamo imitare questa fede dei semplici, abbandonandoci nelle mani del Padre, con la fede che ci viene da una maggiore conoscenza di Dio. Questa conoscenza la apprendiamo se studiamo la Rivelazione, soprattutto la Sacra Scrittura, che è la Parola di Dio, o leggiamo dei buoni libri, che ci formano, come gli scritti dei santi, veri maestri di vita cristiana.

Stando a tu per tu con Dio impariamo che solo Lui dirige la storia, e, a volte, si serve anche dei profeti per annunciare la sua volontà, come oggi ci sono dei santi che hanno dei carismi particolari, ma non dobbiamo avere il desiderio di consultare maghi o oroscopo per conoscere il futuro perché dobbiamo essere confortati dalla fede che ci fa sperare tutto da Dio. E la storia, non solo del cristianesimo, è piena di testimonianze di come Dio viene in aiuto di chi confida in Lui.

 

Lei è direttrice del Comitato direttivo dell’Osservatorio internazionale sulle apparizioni e i fenomeni mistici, costituita da alcuni mesi. In che direzione state orientando il vostro lavoro? Quali sono le problematiche che emergono maggiormente?

Tra le problematiche che emergono sicuramente c’è la ricerca del sensazionale, ma anche del soprannaturale. In genere le persone vogliono segni, vogliono vedere i miracoli e, in un certo senso, vogliono vedere la presenza di Dio nella storia. Il problema è che bisogna educarli a trovare le strade giuste per comprendere la presenza di Dio e anche a comprendere che il soprannaturale esiste, ma va sicuramente sottoposto a un discernimento.

Da qui il problema delle apparizioni mariane, come anche di altri santi, o di Gesù stesso. Sono rivelazioni private, innanzitutto, per cui non aggiungono e non tolgono niente alla Rivelazione pubblica. Ecco perché, in realtà, non abbiamo bisogno di esse, perché tutto quello che dovevamo sapere ci è stato rivelato in Gesù ed è stato tramandato nella Sacra Scrittura e nella Tradizione della Chiesa. Però, Dio manifesta la sua sapiente provvidenza, specialmente in tempi particolari, inviando i suoi messaggeri sulla terra per portarci dei messaggi o consolarci e aiutarci a vivere meglio la vita cristiana. Ecco il senso delle apparizioni mariane. Maria appare in quando Madre di Dio e portatrice del suo messaggio di amore per noi. Ci invita alla conversione, ci aiuta a riprendere in mano il vangelo, ci guida per vivere secondo Dio.

L’Osservatorio è appena nato ma ha come obiettivo studiare le apparizioni mariane in tutto il mondo per offrire un contributo di pensiero, a livello scientifico, per chi lavora in questo campo. Non è nostro compito discernere le apparizioni, questo compete alla Chiesa, ma il nostro compito è produrre sussidi, testi, materiale che possa aiutare al discernimento. E anche offrire corsi di formazione per un approccio più rigoroso e corretto.

I problemi più importanti oggi sono fare chiarezza sui termini, sulle caratteristiche teologiche, sugli approcci pastorali, sulle ricadute ecclesiologiche e antropologiche, ma anche liturgiche e sacramentali, perché vediamo che l’argomento non è ancora stato approfondito come merita, anche se ci sono tanti studi sulle singole apparizioni.

 

È nota la recente storia delle false apparizioni della veggente a Trevignano Romano. Quali sono i criteri per stabilire se un’apparizione è vera o falsa?

I criteri per discernere se un’apparizione vera o falsa sono stati promulgati dalla Congregazione per la dottrina della fede. Concernono sia i contenuti dei messaggi, sia le analisi sui fenomeni e sui veggenti. Ci sono criteri sia positivi che negativi, cioè, in positivo, si cerca di comprendere qual è il contenuto del messaggio delle presunte apparizioni, considerando anche i frutti di bene che sono derivati da esse.

In negativo, si confrontano i messaggi con la Rivelazione, per vedere se ci sono errori dottrinali. Infine, si prende in esame la vita dei veggenti, la loro moralità, la loro capacità di essere autentici o docili alla Chiesa e si studia l’apparizione anche per vedere se ci sono secondi fini, come quello di lucro. L’autorità competente è, in primo luogo, l’ordinario del luogo dove avvengono o sono avvenute le presunte apparizioni. Se il fenomeno si allarga, o ci sono problemi più gravi, si consulta la Congregazione per la Dottrina della Fede che prende in carico l’evento per offrire il suo giudizio in materia.

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