Tempesta di sabbia dal Sahara sull’Italia, rischi per la salute

Le polveri sottili si depositano in strada. L’aria malsana entra anche nei polmoni aggravando asma, bronchiti e altre complicazioni respiratorie
Nizza, marzo 30, 2024. (Foto di Valery HACHE/AFP/ANSA)
Nizza, marzo 30, 2024. (Foto di Valery HACHE/AFP/ANSA)

L’Italia da un po’ di giorni è invasa da una fitta tempesta di sabbia gialla. Tonnellate di polvere fine in arrivo dal Sahara viaggiano per migliaia di chilometri nell’aria fino a depositarsi sul nostro territorio sotto forma di pioggia sporca. E l’aria che si respira e si vede attraverso una cappa di colore arancione giallo dimostra questo fenomeno africano che si è abbattuto sul nostro Paese. La pioggia si deposita sulle auto, in strada o sui panni stesi creando uno strato marroncino. Queste polveri sahariane possono causare o aggravare problemi respiratori come asma e bronchite aumentando i rischi per la salute.

Gli abitanti del Portogallo sono stati i primi in Europa ad aver osservato l’arrivo della nube di sabbia. Nei giorni scorsi infatti il programma satellitare UE Copernicus aveva pubblicato un’immagine scattata dal satellite Sentinel-2 sopra il Portogallo. Di conseguenza la direzione generale della Sanità ha emesso un avviso sulla qualità dell’aria raccomandando di limitare il tempo trascorso all’aperto. In seguito Copernicus mostrava l’avanzata della nube di polvere verso l’Italia, Malta, Grecia, Libia e Tunisia.

Aumentano i valori del PM10 nell’aria. Questo fenomeno sabbioso contribuisce anche a peggiorare la qualità dell’aria. Questa volta i valori delle PM10 non dipendono essenzialmente dalle emissioni di caldaie, dai veicoli di trasporto (auto e motocicli) o dalle industrie ma dalle polveri sahariane. In varie metropoli le centraline di monitoraggio hanno registrato sforamenti del valore limite giornalieri di PM10. Da Verona a Milano, da Torino a Genova o Napoli.

In Capitale in undici zone differenti c’è stato lo sforamento dei parametri. Il Campidoglio invita i cittadini romani a stare a casa o almeno evitare le auto, preferendo i mezzi pubblici o la mobilità sostenibile (trasporto collettivo pubblico e privato, car sharing). È meglio preferire veicoli elettrici, ibridi o alimentati con combustibili a basso impatto (es. metano); adottare comportamenti di guida volti alla riduzione di emissioni inquinanti (es. moderare la velocità, mantenere spento il motore se non necessario, curare la manutenzione periodica dei veicoli in modo da garantire un corretto funzionamento del motore e dei veicolo nel suo complesso); limitare ulteriormente gli orari di accensione degli impianti termici e ridurre la temperatura massima dell’aria degli edifici.

Gli esperti precisano che la sabbia che vediamo in questi giorni preoccupa di meno rispetto alle polveri sottili causate dall’inquinamento (PM10 e PM2,5 non visibili ad occhio umano) ma comunque non aiuta a tenere pulita la qualità dell’aria. Bisogna sempre fare attenzione ai bambini e ai soggetti più fragili perché sono i più esposti a problemi respiratori.

 

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