Siccità, ministro Pichetto: l’acqua va regolata, deve bastare per tutti

La primavera non attenuta la crisi idrica: fiumi e laghi del Nord già soffronto per la siccità. Coldiretti e geologi lanciano l'allarme, mentre il governo ha approvato un decreto che prevede una cabina di regia e la nomina di un commissario straordinario. Il ministro dell'Ambiente Pichetto: bisogna ridure le perdite di acqua, usare nuove tecnologie e avere riserve idriche.
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica. Foto: Ministero della Transizione ecologica, CC BY 4.0 , via Wikimedia Commons

Siamo solo ad aprile e per il fiume Po, il più grande d’Italia, già è stato lanciato l’allarme siccità. Per non parlare del lago di Garda, che ha raggiunto i livelli minimi relativi a questo periodo degli ultimi 70 anni. Per far fronte all’emergenza, il governo ha approvato, nei giorni scorsi, un decreto che prevede l’istituzione di una cabina di regia ministeriale e la nomina di un commissario straordinario nazionale.

Il problema del resto è davvero allarmante. Al Nord, spiega la Coldiretti presieduta da Ettore Prandini, gli effetti della siccità sono evidenti. Il livello del lago Garda è crollato a 46 centimetri, «con un riempimento poco oltre il 36%, mentre il Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo al 26% e il Maggiore resiste al 45%. Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni». Il risultato, aggiungono da Coldiretti, «è che in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità soprattutto nel Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana, dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Dalle precipitazioni dipendono le scelte delle aziende agricole che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento. Per le semine del riso si stima un taglio di 8mila ettari al minimo del trentennio».

Un ristorante in barca giace sul letto prosciugato di un molo turistico lungo il fiume Po a Ficarolo, Italia, il 28 luglio 2022. (Foto AP/Luca Bruno, Archivio)

Lanciano l’allarme anche i geologi. «Il Bacino del Po rappresenta il 35% dell’agricoltura in Italia, il 55% della zootecnia, il 55% anche dell’idroelettrico è sicuramente un’area trainante per l’economia italiana. In questi primi mesi abbiamo avuto 23 – 24 mm di pioggia contro una media di 63 mm e dunque siamo in deficit di pioggia in tutto il Bacino del Po», spiega Paride Antolini, presidente dell’Ordine dei geologi dell’Emilia Romagna. Ci sono poi i problemi legati ad alluvioni forti e improvvise. «Nel Bacino del Po – continua Antolini – abbiamo ben 2500 km di argini da monitorare che possono andare in crisi durante le grandi piogge. Da una parte la siccità, ma dall’altra anche la troppa acqua che va gestita stoccandola e gestendola nella regimazione affinché non vada a colpire le aree industriali. Sono temi di natura geologica. Non dobbiamo andare alla ricerca di iniziative sporadiche ed episodiche ma con il contributo del geologo si deve mettere in campo un sistema di interventi strutturali».

Visto il grave problema siccità, abbiamo chiesto al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, che cosa il governo intende mettere in campo in vista dell’estate. «Al momento – ha spiegato – l’azione è quella di riuscire a regolare quel poco di flusso di acqua che c’è a disposizione, in particolare al Nord. Non ci sono azioni specifiche che vadano oltre la regolazione».

Regolazione, ha aggiunto il ministro Pichetto a margine della presentazione delle manifestazioni per la Giornata della Terra, significa la gestione e il coordinamento dei tanti ambiti e dei tanti soggetti che si occupano sia della parte idrica (sono 2391 gli enti che si occupano della parte idrica) che della parte irrigua, con centinaia di consorzi che in qualche modo devono riuscire ad averne per tutti. Ecco perché il ruolo del governo, anche tramite un commissario che sarà nominato nei prossimi giorni, è proprio quello di svolgere quest’azione di raccordo. «Questa situazione ci ha fatto rendere conto che da molti anni siamo fermi sulle opere infrastrutturali e quindi si tratta di invertire la rotta, per evitare le perdite degli acquedotti che sono ormai un 40% di ciò che viene captato, creare le condizioni per avere le riserve idriche necessarie per l’irrigazione, ma anche lavorare sulle tecnologie per utilizzare il meno possibile l’acqua».

__

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons