Scene d’autunno

Dal centro alle periferie, la scena teatrale romana pulsa come non mai. Al festival Bella ciao di Ascanio Celestini abbiamo visto un quartetto di attrici in stato di grazia: Manuela Mandracchia, Alvia Reale, Sandra Toffolatti e Mariàngeles Torres. Una polifonia di autrici interpreti e registe che recitano e cantano, fuse in un unico corpo narrante, per un’affresco neorealista, drammatico e divertente, storico e attuale: Roma ore 11. Tratto dall’omonimo libro-inchiesta di Elio Petri – che ispirò un film di Giuseppe De Santis – il testo attinge alla cronaca del 1951 quando duecento ragazze aspiranti dattilografe, in seguito ad un annuncio sul Messaggero accorsero in un villino di via Savoia, accalcandosi lungo le scale. L’improvviso crollo causò il ferimento di settantasette di loro e un decesso. Su questo dramma del precariato, le quattro interpreti hanno reso testimonianza non solo riportando le piccole storie di alcune delle protagoniste di allora, ma anche indagando sulle ventenni di oggi, sui loro sogni di lavoro, sulle aspettative e le paure di una generazione non tanto diversa da quella di allora. In un continuo scambio di ruoli e di voci dialettali si trasformano in portinaie, casalinghe, sartine, dattilografe, colte in interni domestici, sedute ad un tavolo, o dietro lenzuola stese. Inframezzata da filmati d’epoca dell’Istituto Luce, la scena povera esalta queste magnifiche presenze femminili che ci fanno riflettere e ci divertono ingaggiandosi persino in uno spassoso Cha cha cha della segretaria al ritmo dei tasti della macchina da scrivere. Per la rassegna Esplorazioni, nella chiesa di Sant’Eligio degli Orefici un mattatore di razza quale è Ennio Fantastichini, nell’interpretazione al leggio – com’è giusto chiamare un reading quando a farlo vivere so-

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