Scene dalla Biennale

Si inizia dall’edizione del 1948, con lo storico d’arte Rodolfo Pallucchini fotografato nell’atelier di Picasso, che convinse l’artista spagnolo ad esporre dopo un primo e negativo esordio avvenuto nel 1905. Quell’edizione della Biennale resta memorabile anche per la presenza di artisti come Henry Moore, Kokoschka, Morandi, De Chirico. La ricca mostra di 150 fotografie – degli oltre 12 mila negativi acquisiti dell’agenzia Cameraphoto di Venezia da parte dell’Archivioarte, Fondazione della Cassa di Risparmio di Modena – è una sorta di viaggio nel tempo e nella geografia dell’arte attraverso le fasi storiche, i momenti, le atmosfere che hanno segnato la scena artistica internazionale, condensata a Venezia in occasione delle Esposizioni internazionali, fino al 1986, con momenti indimenticabili. Il bianco e nero della mostra si fa colore della memoria e diventa una sorta di guest book. Tra le tante immagini c’è la documentazione fotografica relativa alla mostra del 1964 sui pittori americani Rauschenberg, Dine, Oldenburg, Johns e Chamberlain, che tanta importanza avrebbero poi esercitato sull’evoluzione artistica degli anni successivi nei confronti della Pop Art. Si può godere anche di un reportage su Georges Mathieu ripreso mentre, alla Galleria del Cavallino nell’autunno del 1959, sferra stoccate di colore sulle enormi tele del ciclo della Battaglia di Lepanto. La mostra si avvale di una preziosa pubblicazione (Skira Editore) che accoglie ben 900 immagini: fondamentale documento per approfondire i contenuti e riscoprire il come eravamo dagli anni del dopoguerra al boom, fino alle provocazioni e agli eccessi degli anni Ottanta. La moda e lo stile giocano con l’arte diventando a volte protagonisti, altre volte restando sullo sfondo delle immagini. In questo percorso, l’ironia appare una chiave interpretativa fondamentale: come nella foto che ritrae una modella, con un geometrico abito dalla forma essenziale, mentre osserva, forse con stupore, il taglio nella tela di Lucio Fontana Concetto spaziale. Attesa, del 1966.

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