Rialzarsi dopo il terremoto

Il 30 ottobre del 2016 un terremoto di magnitudo 6,5 scosse i comuni del Centro Italia già danneggiati dal sisma del 24 agosto. Ingentissimi i danni, migliaia gli sfollati. Per non dimenticare.

L’Italia del terremoto del Centro Italia del 2016 non è solo quella della scossa del 24 agosto ad Amatrice, ma anche quella del 30 ottobre. Di magnitudo 6,5  della scala Richter – la più  forte scossa dal terremoto in Irpinia del 1980 -, viene registrata nella Valnerina tra Norcia e Preci alle 7,40 di domenica mattina e fa tremare le zone già terremotate di Marche, Abruzzo, Lazio e Umbria. Ingentissimi i danni e molti i feriti: il numero di sfollati aumenta di 25mila persone nelle Marche e di 5mila in Umbria.

Nella Valle del fiume Nera, oltre a crolli parziali e totali di abitazioni negli antichi borghi, i danni più ingenti si registrano al patrimonio storico artistico con chiese, campanili, palazzi storici, musei e mura distrutti. A due anni dall’evento, tra racconti di vita e progetti, si cerca di resistere e dare speranza al territorio.

Così nelle Marche, a Camerino, a metà settembre le monache clarisse sono potute tornare nel prefabbricato adiacente al monastero che sarà «casa di tutti», dicono. A Ripatransone, invece, è stato riaperta una nuova sede per la cura delle persone con disabilità e prive di sostegno familiare.

In Umbria, a Norcia, le perdite del patrimonio storico erano state ingenti col crollo delle chiesa di San Benedetto, di Santa Maria argentea, di San Francesco e di Santa Rita. Nella chiesa di San Benedetto, dove è rimasta in piedi solo la facciata, il crollo ha comunque permesso di scoprire nuovi affreschi e parte del pavimento in marmo. La città inoltre cerca di ripartire con l’avvio, lo scorso settembre, della galleria commerciale che ospiterà 22 attività ferme da quell’ottobre.

Intanto, a Castelluccio di Norcia una bella storia viene dal “Sibillini Ranch” dove la famiglia Brandimarte cerca di continuare l’attività con nuove iniziative, come le escursioni con pernottamenti in tenda, «anche se certe volte la voglia di lasciar perdere è tanta» dice Emiliano.

E infine un altro bell’esempio lo raccontano gli insegnanti dell’istituto omnicomprensivo di Cascia e Norcia che hanno creato un sistema di car sharing tra professori che, giornalmente, viaggiano per raggiungere i ragazzi terremotati dei due comuni umbri, ma provengono da zone differenti: «In questo modo ci facciamo compagnia  lungo il tragitto» racconta una delle insegnanti.

 

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