Quasi a posto

Una drammaturgia d’impercettibili dettagli, che si sviluppa attraverso i corpi di tre performer nella coreografia della danzatrice torinese Ambra Senatore, in A posto.
Una scena dello spettacolo

Suoni, oggetti, presenze invisibili, gesti, che sollecitano immagini. Una drammaturgia d’impercettibili dettagli, che si sviluppa attraverso i corpi di tre performer. La coreografa e danzatrice torinese Ambra Senatore, in A posto, si diverte a disseminare indizi sulla scena con un concatenarsi di azioni ironiche, di slittamenti di movimenti e gesti. Tre donne dall’aria svagata assumono posizioni da fermo-immagine. Ciascuna esegue un proprio movimento che incontra e riprende quello dell’altra. Scrutano un paesaggio immaginario, si scambiano occhiate, parole sussurrate. Danzano in sincronia o sfalsate.
Senatore parte sempre dall’osservazione fisica di semplici eventi consueti che spostano poi, con una vena umoristica e surreale, il punto di vista sulla realtà. Il suo è uno sguardo giocoso e, insieme, amaro dei comportamenti umani e quotidiani, che, trasposti in dinamiche di danza, esprimono la mutazione fisica ed emotiva prodotta dallo scorrere del tempo. Il trio, nella luminosa atmosfera campestre, si trasformerà in maniera inquietante. I gesti cerimoniosi da picnic si distorceranno in una lunga sequenza finale. Senza scomporsi e con inavvertibili strofinamenti sul viso e sul corpo, si macchiano, s’imbruttiscono. E rivelano un’altra identità, ribaltando ogni certezza dell’apparire.
 
A Le Mans (F); al Teatro Cavallerizza, Reggio Emilia.

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