Quando i beni si moltiplicano

Arricchire e rigenerare i rapporti sociali diffondendo uno stile di vita positivo e fraterno.
Folla di gente

La lettura della Parola di vita di questo mese, a prima vista, potrebbe sembrare una contraddizione logica: possono toglierci ciò che non abbiamo? Certo, Gesù qui fa un’affermazione forte, rivoluzionaria, che illumina in modo nuovo il nostro impegno cristiano nella società. Infatti è chiaro che Gesù sta parlando di beni: a chi ne ha ne verranno dati altri in sovrappiù, e a chi non ne ha verranno tolti anche i beni che questi crede di avere. Ma di quali beni parla Gesù?
Sulle pagine di questa rivista e tra i libri dell’editrice, sempre più spesso si parla di nuove proposte e nuove forme economiche, di beni relazionali, di felicità. Sono questi i beni che se condivisi si moltiplicano, ed arricchiscono tutti, e quindi confermano quanto Gesù ha promesso. A noi viene chiesto il coraggio di andare contro la mentalità corrente che considera invece come unici beni meritevoli di cura quelli materiali, il denaro: qui sta la nostra illusione. Alla fine li perderemo e non avremo nemmeno i veri beni, quelli che portano alla felicità.

Sono certo che in ogni epoca vi sono stati cristiani autentici, che in modo discreto e senza clamore hanno vissuto concretamente queste parole del Vangelo. Ma chi sono quelli che le vivono oggi?
João Bosco è un piccolo imprenditore brasiliano, che ha realizzato una propria attività di produzione artigianale di borse, attività che gli consente di vivere e al tempo stesso dare lavoro ad altri. Tuttavia, volendo mettere in pratica il Vangelo, questo non gli basta. Nel 2008 inizia così un’attività per offrire formazione professionale e dare lavoro a ragazzi di strada, giovani delle favelas, membri di bande. Il rischio non è da poco perché in qualche modo mette in gioco le sue “sicurezze”, i suoi beni. Oggi sono 12 le ragazze e i ragazzi provenienti da situazioni di grave emarginazione, che lavorano in una nuova impresa nata da questa esperienza, e direttamente coinvolti nella gestione e nella formazioni professionale di altri giovani. Ma i veri “beni” generati da questa esperienza sono la diffusione di uno stile di vita positivo e fraterno, il passaggio da una vita di aridità spirituale e indigenza materiale ad uno di gioia contagiosa e vita dignitosa, un rapporto di fraternità e reciprocità all’interno dell’azienda. Sono beni che si sono moltiplicati, arrivando ad amici, vicini, conoscenti, rigenerando il tessuto sociale degradato dal quale molti di questi giovani provenivano.

Vivendo questa Parola, ci viene offerta la possibilità di generare questi “beni relazionali”, che arricchiscono e rigenerano i rapporti sociali, e che alla fine potremo ritrovare nell’altra Vita.

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