Pensieri

Pubblichiamo alcune riflessioni di sapore natalizio pubblicate su Città Nuova da Chiara Lubich, che all’epoca si firmava semplicemente con tre asterischi: “***”.
Pietro Lorenzetti

Camminare nel mondo, corazzati nella propria interiorità dove vive Dio, e uscire solo a servirlo nel fratello o nel lavoro, con nell’atteggiamento e nello sguardo la pace attinta all’infinito silenzio amoroso della santissima Trinità, che abita in noi, e la luce che zampilla come acqua inesauribile dalla sapienza eterna, densa di gioia purissima: testimoniare con ciò la futilità del mondo che ci circonda per affermare coi fatti che un altro mondo più vale, più importa e ha da regnare.  

 

Tante volte fiorisce spontaneamente, per abitudine, sulle nostre labbra: «Mio Dio e mio tutto», o qualche altra preghiera come questa: «Ti amo con tutto il cuore».

Ma poi durante il giorno, analizzando la nostra anima per vedere se a essa importa soprattutto Dio e la sua volontà, ci accorgiamo che non è sempre così. Spesso amiamo strascicare un lavoro, almeno per un po’, oltre il tempo a esso dovuto, anziché intraprendere il nuovo; dal che è evidente che amiamo quel compito, quelle carte, quelle anime, quelle notizie… purtroppo più di Dio!

 

E qui constatiamo i fallimenti della nostra vita, consacrata a Dio, misurati esattamente dal termometro della “volontà di Dio”. Se essa è a galla, regina di tutte le altre cose, che pure posso e debbo amare, Dio è il re del mio cuore. Se essa affonda per lasciar regnare qualsiasi altra cosa o creatura o idea, Dio nel mio cuore rimane un re spodestato dal mio io.

Chiara Lubich

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