Pasqua, «un’altra missione di successo»

Pasqua s’avvicina, ma prima viene il venerdì santo, e anche il sabato. La violenza esercitata o subita, la violenza maturata e sopportata, la violenza mutata in pace.

E così la nostra umanità s’avvicina di nuovo alla Pasqua di Risurrezione, consapevolmente per i cristiani, per altri no. Ma la Passione di Gesù riassume qualcosa di fondante, di inestinguibile, di rappresentativo per tutta l’umanità. Tecnicamente si potrebbe dire di “archetipale”, cioè qualcosa che riporta alle origini, a quel che “stava prima”. Il mistero della violenza e del suo mutamento.

Scrivo queste righe da un Paese che forse è primo al mondo nella sopportazione della violenza (se mai si potesse stilare una graduatoria del genere). Sono più di 50 anni che ormai vedono la Colombia impegnata in una lotta violenta senza esclusione di colpi: dalle Farc ai gruppi paramilitari, dall’esercito ai narcos, dalla delinquenza comune a quella dei coyotes che oggi conducono e spesso abbandonano i migranti attraverso la foresta più densa al mondo verso Panama.

Ebbene, qui si può analizzare direi scientificamente il nascere della violenza nei cuori della gente, il suo crescere per poi esplodere in atti inconsulti e disumani, per obbligare poi alla resistenza interiore ed esteriore perché maturi il seme della riconciliazione e della pace, che risulta violenza in qualche modo redenta. Trasformata in amore. Ho visto, ascoltato e registrato donne che sono riuscite a suscitare solidarietà per migliaia di migranti, giornalisti che non hanno avuto paura di denunciare i soprusi, uomini che si sono presi la briga di interrompere le catene di violenze dimenticando la vendetta e perdonando. Qui si può vedere il peggio e il meglio, la morte, la maturazione del cambiamento e la risurrezione.

Ieri l’uomo politico più potente al mondo (forse) ha esaltato lo sganciamento in Afghanistan di una bomba che da sola costa l’equivalente di tre ospedali, cinque scuole, dodici orfanotrofi, mille operazioni chirurgiche pediatriche, 120 case per senzatetto (e di più e ancor di più). Ha commentato così la decisione: «Un’altra missione di successo». Mi si permetta di dire che la gente colombiana che ha mutato la violenza in perdono, riconciliazione, pace e amore potrebbe usare quella stessa espressione con molto, ma molto più senso. Infinitamente di più. Il vero successo nella vita non è dato né dalla forza né dalla violenza. Il vero successo è il “mutamento genetico” della violenza. Questo l’insegnamento dell’uomo di Nazareth.

Buona Pasqua a tutti dall’équipe di Città Nuova.

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