Parola di vita – marzo

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).
Opera di Mariannita Zanzucchi

Anche a noi, come a Maria, Dio vuole svelare quanto ha pensato su ciascuno di noi, vuol farci conoscere la nostra vera identità. «Vuoi che io faccia di te e della tua vita un capolavoro? – sembra dirci – Segui la strada che ti indico e diverrai chi da sempre sei nel mio cuore. Io, infatti, da tutta l’eternità ti ho pensato ed amato, ho pronunciato il tuo nome. Dicendoti la mia volontà rivelo il tuo vero io».

 

Ecco allora che la sua volontà non è un’imposizione che ci coarta, ma lo svelamento del suo amore per noi, del suo progetto su di noi; ed è sublime come Dio stesso, affascinante ed estasiante come il suo volto: è lui stesso che si dona. La volontà di Dio è un filo d’oro, una divina trama che tesse tutta la nostra vita terrena e oltre; va dall’eternità all’eternità: nella mente di Dio dapprima, su questa terra dopo, e infine in Paradiso.

Ma, perché il disegno di Dio si compia in pienezza Dio chiede il mio, il tuo assenso, come lo ha chiesto a Maria. Solo così si realizza la parola che ha pronunciato su di me, su di te. Allora anche noi, come Maria, siamo chiamati a dire:

 

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

 

Certamente la sua volontà non ci è sempre chiara. Come Maria anche noi dovremo domandare luce per capire quello che Dio vuole. Occorre ascoltare bene la sua voce dentro di noi, in piena sincerità, consigliandoci se occorre con chi può aiutarci. Ma una volta compresa la sua volontà, subito vogliamo dirgli di sì. Se, infatti, abbiamo capito che la sua volontà è quanto di più grande e di più bello possa esserci nella nostra vita, non ci rassegneremo a "dover" fare la volontà di Dio, ma saremo contenti di "poter" fare la volontà di Dio, di poter seguire il suo progetto, così che avvenga quello che lui ha pensato per noi. È il meglio che possiamo fare, la cosa più intelligente.

Le parole di Maria – «Eccomi, sono la serva del Signore» – sono dunque la nostra risposta d’amore all’amore di Dio. Esse ci mantengono sempre rivolti a lui, in ascolto, in obbedienza, con l’unico desiderio di compiere il suo volere per essere come lui ci vuole.

 

A volte tuttavia quello che lui ci chiede può apparirci assurdo. Ci sembrerebbe meglio fare diversamente, vorremmo essere noi a prendere in mano la nostra vita. Ci verrebbe addirittura voglia di consigliare Dio, di dirgli noi come fare e come non fare. Ma se credo che Dio è amore e mi fido di lui, so che quanto predispone nella mia vita e nella vita di quanti mi sono accanto è per il mio bene, per il loro bene. Allora mi consegno a lui, mi abbandono con piena fiducia alla sua volontà e la voglio con tutto me stesso, fino ad essere uno con essa, sapendo che accogliere la sua volontà è accogliere lui, abbracciare lui, nutrirsi di lui.

 

Nulla, lo dobbiamo credere, succede a caso. Nessun avvenimento gioioso, indifferente o doloroso, nessun incontro, nessuna situazione di famiglia, di lavoro, di scuola, nessuna condizione di salute fisica o morale è senza senso. Ma ogni cosa – avvenimenti, situazioni, persone – è portatrice di un messaggio da parte di Dio, ogni cosa contribuisce al compimento del disegno di Dio, che scopriremo a poco a poco, giorno per giorno, facendo come Maria, la volontà di Dio.

 

«Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto».

 

Come vivere allora questa Parola? Il nostro sì alla Parola di Dio significa concretamente fare bene, per intero, ogni momento, quell’azione che la volontà di Dio ci chiede. Essere tutti lì in quell’opera, eliminando ogni altra cosa, perdendo pensieri, desideri, ricordi, azioni che riguardano altro.

Di fronte ad ogni volontà di Dio dolorosa, gioiosa, indifferente, possiamo ripetere: «Avvenga di me quello che hai detto», oppure, come ci ha insegnato Gesù nel "Padre nostro": «Sia fatta la tua volontà». Diciamolo prima di ogni nostra azione: «Avvenga», «Sia fatta». E compiremo attimo dopo attimo, tassello per tassello, il meraviglioso, unico e irrepetibile mosaico della nostra vita che il Signore da sempre ha pensato per ciascuno di noi.

 

Pubblicata integralmente su Città Nuova n. 22/2002.

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