Nuova crisi con la Troika e rischio elezioni

Il Paese ellenico è stritolato dall’austerità, con stipendi inferiori a 300 euro e pensioni di appena cento euro. Drammatica anche la condizione dei profughi. Tsipras adotta bonus economici per riconquistare la popolarità perduta mentre lo spettro delle urne si fa sempre più reale
Grecia
Ancora una volta Tsipras ha sorpreso tutti provocando tensioni all’interno della Grecia, ma anche con la Troika. Pochi giorni prima di Natale ha annunciato nuove misure per la spesa pubblica, e cioè un bonus natalizio straordinario dai 300 agli 800 euro per circa un milione e mezzo di pensionati che ricevono pensioni al di sotto degli 850 euro. Inoltre ha deciso la sospensione dell’Iva nelle isole dell’Egeo che si trovano sull’orlo del disastro economico a causa degli arrivi senza sosta di profughi e migranti.
All’interno del Paese, l’opposizione ha criticato fortemente questa iniziativa perché Tsipras non l’ha sottoposta al Parlamento quando si discuteva il bilancio dello Stato, e lo ha fatto solo quando l’Eurogruppo ha annunciato di aver sospeso le misure di alleggerimento, a breve termine, del debito Greco decise all’inizio di dicembre dopo un faticoso negoziato tra tutti i paesi dell’Unione. A ciò si aggiunge che il premier non ha atteso che l’avanzo venisse convalidato dall’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione. Per gran parte dei greci, l’iniziativa era solo un’altra tattica, che non ha convinto nemmeno i pensionati che si vedono assegnare un bonus da una parte e dall’altra parte si vedono decurtata di metà la loro pensione.
Secondo gli analisti politici, Tsipras cerca di ristabilire il suo profilo di leader della sinistra non solo per le concessioni finanziarie ai più stremati dalla crisi, ma anche per la retorica rivoluzionaria che ha ripreso ad adottare con le istituzioni europee, suscitando tra l’altro la reazione forte del ministro tedesco da sempre ossessionato dall’idea della Grexit. Viste le conseguenze delle sue ultime scelte, non si escludono le elezioni anticipate, scelta che  Tsipras adotta per testare il suo consenso, ma di cui il paese non ha assolutamente bisogno.
Isolato, con una popolarità in forte calo, il primo ministro sta seriamente valutando un ritorno alle urne rischiando di ripetere lo stesso

Crisi in Grecia
Crisi in Grecia

dramma vissuto nell’estate del 2015, poiché non si è ratificato l’accordo con i Paesi creditori e Olanda, Francia e Germania si preparano anche loro alle urne e rischiano di lasciare la Grecia al suo destino e alla sua tranche di debiti in scadenza.

Intanto la gente soffre e a dirlo sono soprattutto i numeri: 125mila dipendenti nel settore privato ricevono uno stipendio inferiore ai 300 euro e a mezzo milione di pensionati è stata assegnata una pensione di 100-200 euro,  mentre la disoccupazione galoppa nonostante i dati ufficiali parlino di riduzione. Quest’anno il Natale è stato davvero triste e povero e i greci, stritolati dalle ossessioni della troika e dai tatticismi sbagliati del governo, stanno perdendo la speranza in un futuro migliore. La situazione non è migliore neppure per le migliaia di profughi che soffrono, tra altro, per il freddo visto che la gestione dei fondi europei in genere, ma soprattutto di quelli destinati al riscaldamento dei campi, è impantanata nelle procedure burocratiche che non riescono a definire quali autorità abbiano la reale responsabilità e il potere decisionale: un ennesimo errore delle istituzioni europee.

 

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