Non tocchiamo il parco

strade

Inserito nella Pubblica Amministrazione, con funzioni direttive nel Corpo Forestale dello Stato, ho sempre trovato la forza, la costanza e la motivazione per andare avanti, nonostante le mille difficoltà, e per ben 33 anni, per la difesa della natura.

Il mio dialogo quotidiano con gli Agenti Forestali dislocati presso i Comandi Stazione da me dipendenti e preposti alla vigilanza sul vasto territorio naturale e quindi con compiti di prevenzione dei reati, è sempre servito per predisporre piani operativi per l’applicazione delle numerose normative di tutela della natura, perseguendo le violazioni, ma nel pieno rispetto della dignità umana dei trasgressori!

I miei colloqui con quanti affluivano nel mio ufficio, tra cui autorità varie, imprenditori, operatori, sindaci, giovani in cerca di occupazione, gruppi ambientalisti ecc., erano per me tutte occasioni per un rapporto costruttivo, per sensibilizzare alla cultura della legalità, per correggere senza arroganza (anche se occorreva, in caso di illeciti, sanzionare con la denuncia penale o con verbali amministrativi), per dare speranza, per fornire risposte professionalmente adeguate e di orientamento nel ginepraio della pubblica amministrazione, incoraggiando progetti mirati e scoraggiando ciò che aveva un impatto negativo sull’ambiente.

A tal proposito, vorrei proporvi, in maniera sintetica, una delle mie tante “avventure” professionali, per me fonte di prolungate preoccupazioni.

Subito dopo il mio insediamento come Comandante Provinciale del CFS di Vibo Valentia, una zona con notevoli problemi di ordine economico-sociale e di ordine pubblico, sono stato interpellato per la richiesta di un nulla osta per l’abbattimento di alberi, finalizzato alla esecuzione di un nuovo tratto di strada provinciale, lungo ben 8 Km. e per una larghezza di 10 mt.

La richiesta era stata inoltrata dalla Impresa che si era aggiudicata i lavori, per diversi miliardi delle vecchie lire, in occasione della gara d’appalto indetta dall’Ente pubblico, sulla base di un progetto fornito di tutte le autorizzazioni previste dalle leggi vigenti.

Disconoscendo la problematica, ho approfondito la conoscenza del progetto e del corredo delle autorizzazioni; invece di delegare il personale a me sottoposto, ho voluto effettuare personalmente il sopralluogo, al fine di istruire la pratica che, apparentemente, sembrava completa dal punto di vista amministrativo.

Durante il faticoso e prolungato esame della fascia di terreno interessata dal progetto, alla presenza dei tecnici dell’Ente committente, ho preso atto con sgomento che la vasta area che la nuova strada avrebbe dovuto attraversare, aveva una pendenza notevolissima e pertantoera  predisposta a gravi movimenti franosi, fino ad allora scongiurati dalla presenza di un fitto bosco di ceduo di leccio; proprio quella foresta che l’impresa mi chiedeva di eliminare per iniziare l’esteso sbancamento del terreno. 

Ma leggendo attentamente le cartografie della zona, mi sono accorto che la nuova strada avrebbe sventrato il territorio di un Parco Naturale Regionale!

La realtà grave emersa dal sopralluogo mi imponeva di riconsiderare la legittimità delle tante autorizzazioni rilasciate da ben 8 Enti pubblici preposti: sapevo che avrei cominciato una dura battaglia con pochissimi alleati, ma la difesa del delicato equilibrio ecologico, idrogeologico e paesaggistico di quella bellissima zona, non mi lasciava alternative, per cui ho indirizzato una lettera articolata a tutti gli Enti competenti in materia, evidenziando, punto per punto, tutte le gravi incongruenze relative al progetto in questione. Concludevo invitando tutti i responsabili degli uffici stessi ad un sopralluogo congiunto, per verificare la reale situazione.

Dopo tale sopralluogo, a cui tutti gli Enti hanno partecipato, consci delle loro responsabilità civili e penali, sono fioccati i pareri contrari di tutti gli uffici preposti, imponendo così all’Ente appaltante la rescissione del contratto, con relativi oneri a suo carico.

Quell’area naturale così pregiata è stata pertanto sottratta al degrado irreversibile, evitando un’opera pubblica costosissima e, per giunta inutile, tenuto conto che, secondo la mia proposta, bastava potenziare e migliorare la strada pubblica già esistente e posta a poca distanza dal nuovo tracciato!

E’ questa una piccola esperienza, anche se devo riconoscere che per questa storia ho dovuto lottare, per quasi 2 anni per riconvertire al rispetto delle leggi ambientali lo stile operativo prevalente nelle amministrazioni pubbliche,  rischiando la mia incolumità fisica e la mia serenità nel contrasto di interessi economici spesso rivendicati da organizzazioni criminali.

Il mio impegno attivo nel Corpo Forestale dello Stato si è concluso nel 2007, ma rimane in me costante la tensione nella difesa della natura: un bosco che brucia o un torrente invaso da rifiuti, sono per me motivo di grande dolore, perché il creato è la cosa più preziosa che il buon Dio abbia potuto affidare all’uomo!

Se tratteremo la natura con amore, attraverso la nostra mediazione, non ci sarà più contrapposizione fra la creatività umana ed il rispetto per la natura, perché la logica dell’amore prevarrà sulla logica del profitto.           

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