Nomadi. Finalmente primi

Non era mai capitato a Beppe Carletti e soci. Non era mai accuduto in trentanove anni di onorata carriera di arrivare in testa alle classifiche. Neppure ai tempi delle mitiche Dio è morto o Io vagabondo. È accaduto adesso, del tutto inaspettatamente in verità, anche se bisogna pur dire che in tutti i questi anni il gruppo modenese ha attraversato infinite stagioni di carriera con grande dignità e costante successo, soprattutto per quel che riguarda la loro attività concertistica. Neppure la prematura scomparsa del leader storico Augusto Daolio (uno dei vocalist italiani più personali e carismatici) ha frenato la loro corsa. Ma da qui a scalzare una Celine Dion dal vertice delle classifiche di vendita, ce ne corre. E invece è successo, e non si può che esserne intimamente felici, come si è contenti ogni volta che nella routine standardizzata del music-business accade qualcosa d’imprevisto, come in una bella favola a lieto fine. Ma se questo Amore che prendi, amore che dai (Cgd-Warner) s’è arrampicato fin lassù, non è senza una logica. E non solo perché il fatto costituisce un più che meritato attestato d’affetto e di stima verso il più longevo dei gruppi italiani. Fin dal primo ascolto infatti l’ultima avventura dei Nomadi in sala d’incisione svela finalmente un suono più elegante di tutti i loro precedenti lavori, e i testi han saputo emanciparsi dalla pensantezza retorica e dall’ingenuità che ne zavorravano la forza poetica. Anche se a ciò bisogna comunque aggiungere che di questi tempi di carestia bastano davvero poche copie per arrivare ai vertici delle classifiche, e lo zoccolo duro dei fan che conta la band emiliana (quelli cioè che se li comprano a scatola chiusa) è così numeroso da garantire in ogni caso esiti più che dignitosi. Il disco comunque è convincente, e a tratti addirittura sorprendente. Come nella slendida Trovare Dio, una delle pochissime canzoni di questi ultimi anni che abbiano saputo confrontarsi con un tema tanto delicato senza uscirne con le ossa rotte: “…Così voglio volare, perché esisto anch’io, e solcando il cielo trovarci Dio, trovarci Dio…”. Non mancano, altrove, i consueti richiami a tematiche sociali e qualche semplice canzone d’amore, così come complessivamente l’impatto sonoro non rivela grandi innovazioni ma risulta affiliato a un’ortodossia pop-rock tutt’altro che innovativa. Ma questi sono i Nomadi, questo sono sempre stati e continueranno ad essere. E, almeno in questo caso, è bello che sia così. Così come piace la loro irriducibile autarchia con cui continuano a calcare le piazze d’Italia, senza genuflessioni agli imperativi dei discografici o in balìa delle bizze di manager senza scrupoli. Un po’ di gloria in più, ne siamo certi, non gli farà male, e soprattutto, non li cambierà. CD NOVITÀ CELINE DION A NEW DAY HAS COME Sony Music L’incarnazione perfetta del pop contemporaneo è di nuovo in testa alle classifiche di mezzo mondo con un disco che ben ne sintetizza limiti e qualità. L’interprete canadese ha un talento naturale assolutamente straordinario, una voce cristallina capace di mutare in oro la melassa più insopportabile. Il punto è che è una macchina da soldi così meccanica che a tratti ne fa le spese la passione, e la perfezione formale finisce con l’essere una zavorra anziché un pregio. Peccato: con un po’ di anima in più avremmo avuto nelle orecchie un capolavoro invece che quest’altro impeccabile ma routinario esercizio di stile. BRIAN FERRY FRANTIC Emi L’eleganza è quella dei giorni belli e il dandy più famoso del rock sembra aver ritrovato lo smalto dei suoi momenti migliori. Qui, con il sostanzioso contributo del vecchio compare Brian Eno, alterna riletture di vecchi classici a nuove composizioni. Certo i Roxy Music erano un’altra cosa. Ma erano anche altri tempi… REMY SHAND THE WAY I FEEL Motown-Universal È sicuramente un astro nascente del nuovo soul, questo ventitreenne di Winnipeg, accasato addirittura presso la più prestigiosa etichetta della black music. Quattro anni di lavoro nel suo studiolo domestico (Remy è un’autarchico vero, ha composto, cantato, arrangiato e mixato tutto quanto) per assemblare un piccolo capolavoro che richiama i grandi di quest’ambito, da Marvin Gaye a Prince.

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