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Usa, migranti deportati nella prigione di Guantanamo

di Candela Copparoni

Siamo sicuri che ad essere illegali siano le persone e non le politiche migratorie? Continuano le proteste negli Stati Uniti contro i raid anti-migranti di Trump

Los Angeles, San Francisco, Atlanta, New York, Seattle, Dallas, Louisville… Sempre più città negli Stati Uniti stanno protestando contro le politiche migratorie imposte dall’amministrazione del presidente americano Donald Trump.

Ha fatto scalpore la sua intenzione di espellere 9mila persone migranti e di trasferirle a Guantanamo, il carcere statunitense di massima sicurezza situato sull’isola di Cuba ripetutamente accusato di non rispettare la Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei detenuti.

Già a gennaio Trump aveva annunciato un piano per contenere nel campo di detenzione fino a 30mila migranti, colpevoli di abitare negli Usa senza avere i documenti in regola.

Mentre i manifestanti si ribellano conto l’Ice, l’agenzia del Dipartimento della Sicurezza Interna che controlla i flussi dell’immigrazione e che si è posta come obiettivo catturare 3mila persone al giorno, la polizia ha arrestato centinaia di loro. «Non permetterò che gli Stati Uniti siano distrutti da migranti illegali e criminali del Terzo Mondo», ha affermato con toni minacciosi il presidente Usa.

Tra le persone soggette alle imminenti deportazioni vi sono anche degli italiani. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato di non vedere dei pericoli per loro dato che lo Stato si è detto aperto ai rimpatri.

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