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Le elezioni in Pakistan si chiudono con almeno 30 morti

di Candela Copparoni

Vari attentati compiuti vicino agli uffici dei candidati hanno ucciso una trentina di persone alla vigilia delle elezioni parlamentari. Giovedì 8 febbraio un membro della sicurezza è stato assassinato a colpi di arma da fuoco in un seggio elettorale.

Oltre 128 dei 240 milioni di cittadini pakistani sono stati convocati alle urne giovedì 8 febbraio per eleggere i 266 membri del Parlamento, oltre ai rappresentanti delle assemblee legislative regionali delle sue quattro province. Sarà poi l’Assemblea nazionale a scegliere il primo ministro del Paese.

Sebbene gli elettori siano stati spinti a votare dal governo, l’hanno fatto in un clima fortemente violento, mettendo a rischio la propria vita. Infatti, un membro della sicurezza è stato ucciso stamattina da uomini armati in un seggio elettorale nella provincia di Tank, nel nord del Paese.

Alla vigilia delle elezioni, mercoledì 7 febbraio, si sono susseguiti tre attentati: il primo presso l’ufficio del candidato indipendente Asfand Yar Khan Kakar nel distretto di Pishin, nella provincia sud-occidentale del Baluchistan, con un bilancio di 14 vittime e 30 feriti. La seconda esplosione è avvenuta a Qilla Saifullah, al confine con l’Afghanistan, vicino a un ufficio del partito religioso Jamiat Ulema Islam (Jui), e ha provocato 12 vittime. Un terzo attentato è stato compiuto nel distretto tribale del Waziristan del Sud, nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, quando un’esplosione ha colpito il veicolo del parlamentare Naseerullah Wazir, del partito Pakistan Tehreek-e-Insaf (Pti), ferendo almeno 5 persone. Gli attacchi sono avvenuti nonostante il contingente militare e le forze di polizia dispiegati in Pakistan per le elezioni, per oltre 500 mila agenti.

In Pakistan l’esercito, che occupa un potere chiave nell’economia e nella politica del Paese, ha storicamente influenzato pesantemente il processo elettorale, e negli ultimi mesi ha rafforzato i controlli.

Secondo l’Istituto pakistano di studi sui conflitti e sulla sicurezza, nell’ultimo anno sono stati registrati in media 54 attacchi al mese, ed era prevista un’esacerbazione della violenza in prossimità delle elezioni.

Foto Ansa

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